Produzione a picco per la vendemmia: ma il Fvg tiene (-12%)

Le previsioni di Assoenologi e Coldiretti: «La più scarsa dal Dopoguerra con cali fino al 25%. Persi 13 milioni di ettolitri»

TRIESTE. Il clima pazzo di quest'anno, fra caldo e siccità da una parte, gelate tardive e grandinate dall'altra, ha colpito duro le vigne italiane. La vendemmia 2017 sarà fra le più scarse del Dopoguerra, con un calo della produzione di vino e mosto del 25%.

Parte la vendemmia carsica I vini sconfiggono la siccità

Unica consolazione, il vino italiano è sempre più richiesto all'estero: il valore delle esportazioni aumenterà del 6,3% nel 2017 rispetto all'anno precedente. I conti li hanno fatti Coldiretti e Assoenologi. «La vendemmia del 2017, per effetto del caldo e della siccità, si classifica come la più precoce dell'ultimo decennio - sottolinea Coldiretti -.

Con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno, è dunque in forte calo per il bizzarro andamento climatico, con un inverno asciutto e più mite e un precoce germogliamento della vite, che ha favorito danni da gelate tardive, ma anche siccità persistente e episodi localizzati di grandinate».

Le prime previsioni di Assoenologi indicano una produzione di vino e mosto nel 2017 di 41,1 milioni di ettolitri, inferiore di ben 13 milioni rispetto allo scorso anno. Una flessione media di circa il 25%, ma ci sono regioni che andranno molto peggio.

Cali del 40% sono previsti in Lazio e Umbria, del 35% in Sicilia, del 30% in Toscana, Puglia, Abruzzo, Molise, Liguria, Basilicata, Calabria e Valle d'Aosta, del 25% nelle Marche e in Lombardia. In Sardegna la produzione calerà del 20%. Il Friuli Venezia Giulia tiene le posizioni con una riduzione del 15% come Piemonte e Veneto. Ancora meglio il Trentino Alto Adige (-10%).

In controtendenza la Campania, dove si stima un aumento del 5%. Per gli amanti delle statistiche, Assoenologi fornisce anche la lista delle vendemmie più scarse del Dopoguerra: 1947: 36,4 milioni di Hl, 1948: 40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950: 41 milioni di Hl, 2012: 41,1 milioni di Hl, 2017: 41,1 milioni di Hl. Ma il dato di quest'anno, precisano gli enologi, potrebbe ancora peggiorare, se caldo e siccità al sud persisteranno.

Per fortuna (si fa per dire) anche i nostri concorrenti non sono messi bene: in Francia e in Spagna sono previste vendemmie scarse, per il caldo e le gelate tardive, e l'Italia manterrà anche quest'anno il primato mondiale della produzione. Per di più, se il vino italiano scarseggerà, i prezzi saliranno. Il valore delle esportazioni vinicole italiane nel 2017 aumenterà del 6,3%, un record storico, dopo i 5,6 miliardi di euro dell'anno scorso.

Dal ritorno alle origini al successo l’epopea dei viticoltori visionari
Il giornalista Nalato racconta in un libro la storia di dieci produttori “rivoluzionari” che hanno fatto scuola

«Le nostre stime quantitative - spiega il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella - sono riferite alla situazione riscontrata dai colleghi delle 17 sedi periferiche dell'Assoenologi tra la seconda e la terza settimana di agosto, vale a dire quando la quasi totalità dell'uva era ancora sulle piante.

Purtroppo, visto il perdurare della siccità e delle alte temperature al Centro-Sud, non è da escludere che ci siano altre consistenti perdite nella produzione di uva». Entro la fine di agosto Assoenologi comunicherà una stima dettagliata circa la produzione riferita alle singole regioni italiane.
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo