Prodotti solo ”friulani”? Tondo bacchetta Violino

Nuovo slogan per pubblicizzare la Regione. L’assessore Claudio Violino conferma. Esplode la polemica. Replicano Trieste e Gorizia proponendo il marchio 'giuliano, tipicamente giuliano'
TRIESTE
«Inopportuno omologare come "friulane" tutte le varietà enogastronomiche del Friuli Venezia Giulia». Renzo Tondo bacchetta Claudio Violino. Ma l'assessore della Lega, dopo aver lanciato lo slogan "friulano, tipicamente friulano", non fa nemmeno mezza retromarcia. Attirandosi per il secondo giorno consecutivo critiche e proteste di una Venezia Giulia che non vuole sentir definire "friulani" jota e Terrano. Al punto che domani, riuniti i comuni triestini e la Provincia di Gorizia, il vicepresidente della Provincia di Trieste Walter Godina formalizzerà la proposta di creare il marchio "giuliano, tipicamente giuliano". e il segretario regionale del Pd Debora Serracchiani si domanda: ma chi comanda in giunta, Tondo o la Lega?


Il "friulano" bulimico, l'aggettivo che, nelle intenzioni della Regione dovrebbe inglobare pure i prodotti della Venezia Giulia, scatena la bufera. Scontato visti pure i commenti a margine dell'assessore. «I carsolini protestano sempre», ha detto Violino. «Non venderemo la jota», ha aggiunto ironicamente sostenendo uno slogan che, dovesse funzionare al Vinitaly di Verona, verrebbe esteso ai prodotti enogastronomici dell'intera regione.


Lo scontro è anche istituzionale se Tondo interviene via comunicato a manifestare la sua perplessità. «La diversità dei prodotti del nostro settore vitivinicolo e agroalimentare e il loro profondo legame con i vari territori di cui si compone il Friuli Venezia Giulia non rappresentano una dispersione ma un valore aggiunto - sottolinea il governatore -. Non è opportuno quindi omologare questa varietà sotto il nome di un unico territorio».


Ancora più specifico, Tondo fa l'esempio del Terrano: «Accanto ai vini tipicamente friulani vi sono quelli che si identificano storicamente con la componente veneto-giuliana della nostra regione. E ciò vale anche per altri prodotti del nostro settore agroalimentare». Insomma, l'"esempio virtuoso", conclude il presidente della Regione, può essere solo quello di uno slogan come "Friuli Venezia Giulia Top White Wines", il biglietto da visita al Vinitaly, "un claim che vuole appunto sottolineare l'unità della regione nella ricchezza e diversità dei suoi vini".


Parrebbe l'annuncio di un dietrofront e invece no. Violino, che fa sapere di voler ritornare sulla questione non prima del Vinitaly, non cambia idea. «Andiamo avanti, come da programma», insiste l'assessore all'Agricoltura. Che aggiunge: «Non cambio idea visto che dobbiamo ancora sperimentare l'effetto dello slogan». E Trieste? E il Carso? «I giuliani non si preoccupino: abbiamo lavorato e stiamo lavorando per il Prosecco».


Non può bastare. Non basta. Roberto Dipiazza annuncia una telefonata al più presto all'assessore. E aggiunge: «Faremo immediatamente aggiungere "Friuli Venezia Giulia" alla jota. Non ha alcun senso aggiungere benzina in una regione che è ormai diventata europea. Ognuno può portare avanti le proprie tipicità senza necessità di alimentare sterili polemiche». Ancora più decisa a contrastare l'iniziativa "friulana" è la Provincia di Trieste. Il vicepresidente Godina si dice "soddisfatto" per l'intervento di Tondo ma non si accontenta: «Mi aspetto che l'assessore Violino faccia i passi conseguenti e riconosca le varietà di tutto il territorio, dunque anche Collio e Carso». Domani, in occasione di un incontro tra tutti i sindaci del territorio triestino, la Provincia di Trieste, presente pure quella di Gorizia, lancerà il marchio "giuliano, tipicamente giuliano”.


«Rispondiamo a una provocazione con una provocazione - insiste Godina chiedendo pure l'intervento del vicepresidente Ciriani -, perché è arrivato davvero il momento di dire basta. C'è sempre stata la massima correttezza nei rapporti con il governo della Regione, a prescindere dalla maggioranza. Ma qui si sta andando oltre: la proposta di Violino va contro ogni principio di marketing territoriale e di dovere istituzionale di rappresentanza di un territorio nella sua interezza. Non vorrei che il comportamento dell'assessore fosse dettato da qualche febbre leghista».


I commenti arrivano anche dai colleghi di partito di Violino. Il deputato del Carroccio Massimiliano Fedriga informa di aver chiesto a Violino di tutelare anche i prodotti tipici giuliani: «Capisco le esigenze dei produttori del Friuli ma è inaccettabile che si penalizzi il territorio triestino». Mentre Federico Razzini condivide l'idea di fare massa critica con un unico marchio ma, rileva che «vanno rispettate tutte le tipicità, la vera ricchezza del territorio e del mondo produttivo delle regioni padane. Il nome Friuli Venezia Giulia, nella sua interezza, non può essere trascurato».


«La giunta Tondo - dice Sergio Lupieri (Pd) - sta volutamente dimenticando Trieste e non perde occasione per indebolirla e soffocarla. È necessario avere tutti uno scatto di orgoglio, non per rivendicare diversità e logiche territoriali, ma unicamente per richiedere pari considerazione e dignità».


«La strategia dissolutoria della Lega - conclude il segretario del Pd Debora Serracchiani - non si ferma di fronte a nulla, nemmeno di fronte alla storia di questa regione, la cui identità è fatta di differenze. Temo che questa sia l'attuazione su scala regionale del federalismo declinato in versione padana».

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