Prodi: Trieste trovi unità su porto, industria e ricerca
TRIESTE «Trieste ha molto spazio per diventare un punto di riferimento. Gli sforzi fatti nella ricerca e nell’internazionalizzazione della ricerca sono il cammino giusto. E’ la sfida che rende la città non solo appetibile per i ricercatori ma punto notevole di convergenza di diverse culture». Romano Prodi, nel ricevere ieri sera in municipio il sigillo trecentesco dalle mani del sindaco Cosolini, non ha mancato di evidenziare elementi di speranza e di incitare la città.
«Guai a rinunciare alla funzione aggregativa della città, che include porto, ricerca e manifattura raffinata che nasce dalla ricerca. L’ambiente c’è», ha sottolineato, augurando poi di «trovare unità su questi obiettivi. Se si è uniti, vengono raggiunti».
Ricordando gli sforzi compiuti per allargare l’Europa, l’ex presidente della Commissione europea ha quindi rimarcato di aver «sempre sostenuto che il confine di Trieste era angusto, che fosse necessario superarlo. Ho lavorato in modo specifico per l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea e per calmare le acque fra Slovenia e Croazia».
Gli sforzi per creare in questi territori un’area aperta non sempre sono riusciti, ha osservato ancora Prodi, ma «la notte a Gorizia, anni fa, quando si è aperto il confine è stata uno dei momenti più belli della mia vita».
Il primo cittadino ha ricordato di aver visitato di recente Lubiana e Fiume, incontrando i sindaci e i rappresentanti del mondo culturale. E soffermandosi sugli incontri a Fiume ha detto di essere rimasto colpito per la frase rivoltagli dal presidente del comitato degli italiani: «Lei è il primo sindaco italiano che entra in questo palazzo».
«Un gesto fino a pochi anni fa impossibile - ha rilevato Cosolini - in una situazione resa distante da confini e da muri. Questo mutamento è dovuto al lavoro di molte persone, e in maniera importante - ha precisato rivolto a Prodi - al suo lavoro da presidente del Consiglio e poi da presidente della Commissione europea».
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