Procura di Trieste, inizia l’era De Nicolo: primi vertici con pm e Dda

Ieri l’insediamento in Foro Ulpiano alla guida della magistratura inquirente. Subito in programma riunioni operative: «Clima giusto, saremo una squadra»

TRIESTE Prima il giuramento, atto formale che ha sancito l’effettivo insediamento. Poi solo un fugace brindisi, ovviamente nel rispetto di distanziamento e misure anti-covid, con i colleghi sostituti, il presidente del tribunale Piervalerio Reinotti, amico di vecchia data, e i presidenti delle sezioni. Unica concessione in una mattinata caratterizzata già da una prima full immersion nel lavoro, che proseguirà nei prossimi giorni: in programma riunioni con i pm per fare il punto sui procedimenti ordinari e su quelli di competenza della Direzione distrettuale antimafia.

Da ieri, giovedì 8 ottobre, il neoprocuratore Antonio De Nicolo è in servizio nell’ufficio al secondo piano del palazzo di giustizia, dopo appena quattro settimane dalla nomina sancita all’unanimità dal plenum del Consiglio superiore della magistratura. Per il 66enne magistrato, originario di Gorizia, ma residente da anni a Trieste, si è chiuso dunque il lungo periodo alla guida della Procura di Udine, dove si era insediato nel giugno 2015.

«Trattandosi del primo giorno sono ancora un po’ frastornato e sto cominciando a prendere contatto con la nuova realtà lavorativa – il commento “a caldo” di De Nicolo nella tarda mattinata di ieri –. Mi sembra di avere colleghi molto collaborativi e penso che riuscirò a creare un buon clima, proprio come quello che ho lasciato a Udine. L’idea del gruppo, della squadra, per me è fondamentale. Ammetto che non è mancata un po’ di emozione, anche a 66 anni. Buon segno: vuol dire che entusiasmo e motivazioni sono ancora intatte. Affronto una sfida che per me è molto importante». «Le riunioni che abbiamo in programma in questi primi giorni – è la precisazione del neoprocuratore –, saranno molto utili per capire cosa bolle in pentola».

Il procedimento più atteso è indubbiamente quello legato alla sparatoria in Questura del 4 ottobre 2019 in cui hanno perso la vita gli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. La sorte giudiziaria dell’omicida, il dominicano Alejandro Augusto Stephan Meran, è ancora tutta da decidere. «Si trattato di un fatto sconvolgente e terribile. L’indagine preliminare è stata gestita con impegno ed è conclusa – ha sottolineato De Nicolo –. Ora è in atto una complicata perizia medico legale psichiatrica, collegiale, di cui siamo in attesa di conoscere l’esito. Sarà la grande domanda di questo processo, perché la dinamica dei fatti è chiara. La grande domanda è la capacità di intendere e di volere di quest’uomo. Totale, parziale o nessuna? Solo la scienza psichiatrica potrà darci una riposta».

L’opinione del magistrato sul livello di sicurezza dell’area triestina è comunque confortante: «Trieste e tutta la regione sono territori tranquilli, non ci sono fatti che sconvolgono la vita dei cittadini. C’è un problema migratorio che avvertiamo come tutte le zone di confine, ma la Sicilia lo avverte più di noi». «Siamo di fronte a un fenomeno epocale – aggiunge il magistrato – di fronte al quale la risposta non può essere solo giudiziaria. Servono risposte forti da parte della politica e delle istituzioni europee, non solo da quelle italiane».

Infine, un messaggio idealmente rivolto ai triestini: «La nostra resta una città dalla tradizione asburgica, dove è intatto il senso del rispetto per l’autorità. Posso garantire che lavorerò tutti i giorni col massimo impegno per meritarmi questo rispetto». —




 

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