Processo Horvatinčić ter, subito la ricusazione

I nodi sulla battaglia giudiziaria dei coiniugi padovani uccisi in mare. La difesa contesta il presidente della Corte. Rinvio dopo pochi minuti d’aula.
I primi rilievi degli inquirenti sulla poppa della barca dei coniugi padovani
I primi rilievi degli inquirenti sulla poppa della barca dei coniugi padovani

FIUME Sospeso già alle battute iniziali. Il terzo processo a carico del controverso tycoon zagabrese Tomislav Horvatinčić,71 anni, procedimento cominciato ieri al Tribunale comunale di Sebenico, è stato subito interrotto dopo la richiesta di ricusazione avanzata dalla Difesa di Horvatinčić nei riguardi del presidente della corte, giudice Ivan Jurišić.



Quest'ultimo, preso atto della ricusazione, ha mandato tutti a casa, con la prossima udienza in calendario in autunno.

Gli avvocati difensori di Horvatinčić hanno messo in dubbio l'obiettività del magistrato, basandosi sulla constatazione che la sua consorte è sostituta del procuratore comunale di Sebenico.

Ricordiamo che nei primi due processi per la tragica morte in mare dei coniugi padovani Francesco Salpietro e Marinelda Patella, la presidente della corte del tribunale sebenzano era stata la giudice Maja Šupe, molto contestata da opinione pubblica, partiti politici, esperti della navigazione e altri ancora.

Nel primo procedimento la Šupe aveva condannato Horvatincic a soli 20 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena per 3 anni.



Un verdetto blando, quello del 2015 (il tragico incidente era avvenuto 4 anni prima), ma addirittura peggiorato l'anno scorso, quando la presidente della corte aveva emesso la sentenza assolutoria nei riguardi dell' imprenditore zagabrese, sentenza che ovunque in Croazia era stata definita scandalosa e vergognosa. Come risaputo, il magistrato aveva accettato le tesi della Difesa secondo cui Horvatinčić – alla guida del suo potente motoscafo – era svenuto (una sincope) pochi secondi prima che il suo natante colpisse e scavalcasse la barca a vela della coppia italiana, uccisa all'istante.



Due mesi fa, in maggio, la Corte d' appello del Tribunale regionale di Zara ha annullato il verdetto assolutorio, parlando di gravi violazioni da parte della Šupe del Codice di procedura penale. E' stato deciso di non dare fiducia a questa giudice, scegliendo invece Ivan Jurišić, ricusato già alla prima udienza, durata non più di dieci minuti. Subito dopo, Horvatinčić ha incontrato i giornalisti ai piedi del Palazzo di Giustizia sebenzano, affermando che «il sistema giudiziario croato è sano e sicuramente mi darà ragione, assolvendomi da ogni accusa».



«Credo nei testimoni e nelle perizie mediche - ha detto l’avvocato di Horvatinčić - proverò che soffriva di sincopi prima dell' incidente e dopo».

Ricordiamo che al momento dell' impatto, a sud di Capocesto, in Dalmazia, il motoscafo di Horvatinčić procedeva a 26,3 nodi, mentre la velocita' della barca a vela dei padovani era inferiore ai 5 nodi. —


 

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