Processo Coop Operaie, 108 ex soci parte civile

Rito abbreviato per Marchetti. Concessa la costituzione di parte civile a 108 soci beffati dal fallimento
Clienti alle casse dell’ex ipermercato Coop operaie dentro al centro commerciale Torri d’Europa
Clienti alle casse dell’ex ipermercato Coop operaie dentro al centro commerciale Torri d’Europa
Il crac Coop va a processo. L’udienza di ieri davanti al gup Laura Barresi ha messo il primo punto fermo sul fallimento del colosso cooperativo che coinvolge gli ex vertici: il presidente del cda Livio Marchetti, l’ex direttore generale Pierpaolo Della Valle e i componenti del Collegio sindacale Rodolfo Pobega, Tiziana Seriau e Michela Raffaelli.


Tre, di fatto, i processi: Marchetti, innanzitutto, sarà giudicato con rito abbreviato, condizionato alla nomina di un consulente tecnico. Si tratta di una figura professionale esterna chiesta dal giudice per ottenere valutazioni precise di carattere finanziario su conti e bilanci. Abbreviato anche per Raffaelli, pure in questo caso condizionato all’esame di un consulente esterno, proposto dall’avvocato difensore Giovanni Borgna.


Per il resto degli imputati, vale a dire l’ex dg Della Valle e gli altri due membri del Collegio sindacale Pobega e Seriau, è stato stabilito invece il rito ordinario. Il dibattimento in Tribunale sarà dunque a porte aperte alla cittadinanza. Dall’analisi dei bilanci e dalle deposizioni di eventuali testimoni non si escludono sorprese o, almeno, qualche risposta in più sulla gestione “allegra” delle Cooperative operaie. La prima udienza è fissata per il 15 dicembre, con la nomina del consulente per Marchetti. Chiusa questa fase, i riti si separeranno nei tre filoni. Una battaglia in Tribunale innescata tre anni fa dalle indagini dei pm Federico Frezza e Matteo Tripani. Nel corso dell’inchiesta la magistratura aveva valutato in ben 37 milioni di euro il passivo. Un buco a tutti gli effetti, a causa del quale erano state svuotate le casse societarie mandando in fumo i risparmi di migliaia di triestini. Di qui il commissariamento giudiziario avvenuto nell’ottobre del 2014.


Ieri sono state ammesse anche le costituzioni di parte civile per tutti i 108 soci che si sono fatti avanti: 107 sono tutelati dall’avvocato Stefano Alunni Barbarossa, uno dall’avvocato Alice Spaventi. Un modo, quello degli ex soci danneggiati dal fallimento, per aggredire i patrimoni personali degli imputati e vedersi così risarcire per via giudiziaria il danno patrimoniale subito, oltre a quello morale «conseguente alla lesione di interessi inerenti la persona», come si legge negli atti. Con l’operazione di “ammissione” avvenuta ieri, secondo il giudice Barresi i 108 interessati hanno il diritto di pretendere i risarcimenti.


Non a caso i pm avevano puntato il dito anche sui commercialisti Pobega, Seriau e Raffaelli, i tre componenti del Collegio sindacale tirati in ballo dai pubblici ministeri dopo aver definito le ipotetiche responsabilità a carico dei manager Livio Marchetti e Pierpaolo Della Valle. A detta dell’accusa, anche i sindaci avrebbero avuto un ruolo nel dissesto Coop: avrebbero omesso fatti e circostanze riguardanti la situazione economica inducendo in errore i soci risparmiatori.


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