Processo caporalato, ping-pong tra le Corti

Ruhul e Rispoli, condannati nel 2015. Il ricorso in Cassazione trasloca in Appello e torna al terzo grado
Dalla condanna per patteggiamento alla Corte di Cassazione, approdando alla Corte di Appello per poi ritornare in Cassazione. È una sorta di “ping pong” giurisdizionale quello che sta reggendo le sorti di due dei sette imputati, condannati dal Tribunale di Gorizia, in relaziome al procedimento sul caporalato nell’appalto di Fincantieri, il 4 giugno 2015.


Si tratta del bengalese Amin Ruhul e di Alessandro Rispoli, all’epoca rispettivamente operaio e capocantiere alle dipendenze dei Commentale, difesi dagli avvocati Mariarosa Platania e Giovanni Iacono.


Tutto era partito proprio all’indomani della condanna in primo grado. Il Collegio giudicante aveva applicato i patteggiamenti che precedentemente erano stati richiesti dai rispettivi difensori ma negati dal pubblico ministero. Platania e Iacono, alla luce del dibattimento, avevano quindi impugnato la sentenza di condanna, davanti alla Cassazione, unico possibile approdo trattandosi di patteggiamenti che quindi escludono l’ulteriore passaggio di merito in Appello. Alla base del ricorso al terzo grado di giudizio c’erano le modalità di applicazione del patteggiamento, proprio al fine di verificarne la correttezza, considerando che il giudice sia tenuto a vagliare la presenza di eventuali elementi intercorsi e quindi utili al proscioglimento. In altre parole, si era trattato di una sorta di patteggiamento “aprioristico” senza approfondire in dibattimento contestazioni che, per i due legali, sarebbero invece dovute essere chiarite.


La Corte di Cassazione, attraverso il cosiddetto “Ufficio spoglio” ha da parte sua stabilito il rinvio dei due fascicoli alla Corte di Appello, dov’era già pendente il procedimento nei confronti di un terzo coimputato che era stato però condannato in primo grado senza la misura del patteggiamento.


Di nuovo, dunque, davanti ai giudici di secondo grado, con la relativa trasmissione degli atti da parte della Cassazione.


L’ultimo atto è stato quello dell’Appello. La Corte, a sua volta, dichiarandosi incompetente nel trattare i casi di patteggiamento, ha rigirato gli atti nuovamente in Cassazione.


I legali Platania e Iacono a questo punto sono in attesa della decisione da parte della nuova Corte di Cassazione.


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