Processo bis al mostro dei Balcani
SEBENICO. A tre anni dalla scomparsa della sventurata diciassettenne Antonija Bilic, i cui resti sono stati rinvenuti nel novembre 2012, è cominciato il processo bis a Dragan Paravinja, ribattezzato il “mostro dei Balcani” e accusato dell’uccisione della ragazza dalmata.
Il camionista era già stato condannato dal tribunale regionale di Sebenico a quarant’anni di reclusione, il massimo della pena in Croazia, perché ritenuto colpevole dell’omicidio e anche di avere tentato di violentare la diciassettenne che era stata vista l’ultima volta il 7 giugno 2011 sul ponte del fiume Sikola, nell’entroterra di Sebenico. Antonija faceva l’autostop ed era salita a bordo del camion guidato da Paravinja, dopo di che della giovane si era persa ogni traccia.
Per lunghi mesi, centinaia di poliziotti, militari, vigili del fuoco, appartenenti al Servizio di soccorso alpino e volontari, hanno inutilmente cercato il corpo della ragazza, con Paravinja – arrestato nella Repubblica serba di Bosnia e quindi consegnato alla Croazia – che aveva dapprima ammesso l’assassinio, per poi ritrattare la confessione. Il rinvenimento dei resti della povera ragazza è avvenuto dopo lunghissime e infruttuose ricerche a quasi un anno e mezzo dalla scomparsa, in un’area di servizio in Lika (regione a est di Fiume), distante decine di chilometri dal citato ponte.
La Corte suprema della Croazia ha annullato la sentenza di condanna a quarant’anni perchè nel corso del processo non era emersa alcuna prova concreta che Paravinja avrebbe tentato di stuprare la ragazza. Si configura dunque una riqualifica del reato, che potrebbe portare ad una condanna meno pesante del camionista, già condannato per tentata violenza carnale ai danni di altre donne.
Giorni fa c’è stata l’udienza preliminare del processo, il cui inizio ufficiale è fissato per il prossimo 3 luglio.
Paravinja è apparso addirittura sorridente in aula ed ha ripetuto alla corte del tribunale regionale sebenzano di essere innocente e di non essere coinvolto in alcun modo nell’uccisione di Antonija.
Intanto la stessa Corte suprema croata ha convalidato il verdetto di condanna a quindici anni di carcere per lo spalatino Edi Mišic, 28 anni, colpevole dell’assassinio della turista messicana Selene Margarit Macedo Graciano, 31 anni, avvenuto nell’estate di due anni fa sul monte Mariano a Spalato.
L’accusa aveva chiesto quarant’anni di reclusione, ritenendo si fosse trattato di omicidio aggravato, mentre invece la corte aveva optato per l’omicidio semplice.
Mišic aveva ucciso la sua vittima con un coltello, tagliandole la gola e quasi spiccando la testa dal busto. La sentenza aveva generato non poche polemiche perché ritenuta troppo mite. Dovesse scontare tutta la pena, Mišic uscirà dal carcere al più tardi nel 2027, a 43 anni.
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