Privatizzazione di Trieste Airport, gara a novembre, vendita in marzo
TRIESTE La privatizzazione del Trieste Airport sarà cosa fatta entro marzo. Lo ha assicurato ieri il direttore dello scalo, Marco Consalvo, a margine dell’audizione tenutasi in Consiglio regionale sul futuro dell’aeroporto. Il manager ha spiegato che «il bando di gara uscirà nella prima decade di novembre», considerato che il ministero dei Trasporti dovrebbe dare «a giorni il parere sullo schema del bando, dopo aver sentito Mef ed Enac». Consalvo ritiene improbabile che da Roma arrivino richieste di approfondimento che rallenterebbero l’iter. Dopo il via libera del ministero, Trieste Airport trasmetterà alla Regione il ricalcolo del valore dell’infrastruttura, di cui l’ente pubblico punta a cedere il 55% a un partner aeroportuale che conti su traffici da almeno dieci milioni di passeggeri all’anno. Il bando sarà emesso poi a stretto giro e dopo 60 giorni avverrà l’aggiudicazione provvisoria, che Consalvo fissa per gennaio.
Dopo i 35 giorni canonici per eventuali ricorsi, l’assegnazione diventerà definitiva: dunque entro marzo. Nell’audizione di ieri gli assessori Barbara Zilli e Graziano Pizzimenti hanno difeso la nuova strategia per la vendita dell’aeroporto, dopo il bando disegnato dalla giunta Serracchiani. Il nodo sta nella scelta di cedere direttamente il 55% delle quote e non più il 45%, che il centrosinistra ammetteva di portare al 55% solo dopo tre anni di rodaggio, per assicurarsi il rispetto degli obiettivi di traffico e redditività fissati a salvaguardia degli interessi del territorio. Zilli ha spiegato che «i criteri fissati dalla giunta precedente erano troppo stringenti, sia nelle richieste che nei tempi dati: abbiamo allora deciso di ribaltare il sistema, mettendo in vendita subito la maggioranza delle quote ma prevedendo tutte le salvaguardie necessarie. Il traffico dovrà essere portato a 1, 2 milioni di passeggeri non oltre il 2026».
L’investitore privato non potrà inoltre esternalizzare servizi o vendere le proprie quote per almeno cinque anni, mentre a quattro anni dal closing si verificherà che il margine operativo lordo rispetti gli standard fissati, con il pagamento di eventuali penali connesse al mancato ottenimento degli obiettivi. E se il socio privato nominerà l’ad, la Regione avrà parere vincolante su business plan e cambio dello statuto. Prevista infine un’opzione di riacquisto a vantaggio della Regione a valore di mercato scontato nel caso in cui il valore che l’investitore si è impegnato a creare non dovesse essere raggiunto. Diego Moretti (Pd) difende intanto l’azione del centrosinistra, che «ha portato l’aeroporto a essere uno tra i pochi, sotto il milione di passeggeri ad avere un bilancio positivo, grazie agli investimenti che hanno cambiato radicalmente la situazione critica ereditata dall’allora giunta Tondo».
Moretti esprime tuttavia perplessità sulla «rivalutazione delle quote dell’aeroporto: non abbiamo capito se il prezzo scenderà (come vorrebbe Save) oppure aumenterà e auspichiamo chiarezza quanto prima». Consalvo chiarisce al proposito che «il valore dipenderà dall’aggiornamento del piano industriale: pochi anni fa l’asset non valeva quasi niente e oggi vale 60 milioni, che potranno salire o scendere di un po’. Il valore sarà reso noto alla Regione dopo il via libera del Mit ma non potremo comunicarlo fino all’apertura del bando di gara». Critici M5s e Open Fvg. Per Cristian Sergo, «è difficile che un privato arrivi e cambi tutto con la bacchetta magica. Non capisco la cessione della maggioranza delle quote». Per Furio Honsell, «si sta decidendo la privatizzazione quasi di soppiatto».
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