Primo volo delle vespe samurai liberate in Fvg per contrastare la cimice

TRIESTE Primo "volo" oggi, martedì 16 giugno, per un centinaio di esemplari di Trissolcus japonicus, la cosiddetta vespa samurai, i cui primi cento esemplari sono stati liberati in un uliveto di proprietà dell'Ersa.
Una misura introdotta in Fvg come in altre regioni del Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna) per combattere la cimice asiatica, specie che negli ultimi quattro anni ha arrecato danni ingenti alle colture e disagio alla popolazione. La vespa samurai sarebbe la perfetta antagonista: un insetto innocuo per l'uomo, dalle dimensioni inferiori a due millimetri e privo di pungiglione, che impedirà lo sviluppo delle uova della cimice, riducendone la presenza nell'ambiente e nelle campagne.
Alla prima liberazione odierna ne seguiranno altre 50 in tutte le aree del Friuli Venezia Giulia dove la presenza della cimice asiatica è risultata invasiva per l'ambiente, anche urbano, e devastante per le colture.
Assicura Pio Roversi, direttore del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, organismo del ministero delle Politiche agricole, agroalimentari e forestali), che assieme ai tecnici dell'Ersa ha seguito la ricerca di un rimedio biologico alla presenza incontrollata della cimice asiatica: "La Vespa samurai avrà il compito di ristabilire un riequilibrio nella natura che l'insetto invasivo, pure alieno rispetto al nostro habitat, aveva alterato. La sua presenza - sottolinea - non nuocerà alle specie vegetali e animali".
"Si tratta - precisa l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari e forestali, Stefano Zannier - di un insetto alloctono, non autoctono. Di conseguenza, anche se il metodo individuato è compreso nelle prassi della lotta biologica guidata, è stato necessario modificare la legge in vigore, che non permetteva l'introduzione nell'ambiente di insetti non già presenti nell'habitat.
Il progetto fa parte di un'iniziativa a livello nazionale nella quale anche il Friuli Venezia Giulia ha avuto parte attiva per sostenere e sollecitare la ricerca, mentre sono in corso le procedure per consentire agli agricoltori di accedere anche alle provvidenze dello Stato per il ristoro dei danni subiti dalle produzioni.
La presenza della cimice asiatica nel Friuli Venezia Giulia era stata segnalata per la prima volta nel 2014, mentre i primi gravi danni alle colture si sono registrati nel 2016.
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