Primo Maggio, scontro sui negozi aperti
Nella Repubblica fondata sul lavoro è quasi d’obbligo santificare la festa del Primo Maggio. Non così per il commercio. Il comandamento non piace alla grande distribuzione che non si accontenta di avere vinto la battaglia sulle apertura domenicali. Per tre catene quello di oggi sarà un mercoledì come tanti con le casse aperte e offerte in bella mostra sugli scaffali. Spesa continua. Non stop.
A disubbidire integralmente c’è la Pam con i supermercati di Campi Elisi, viale Miramare e via Giulia e il gruppo Zazzeron con i punti vendita di via Donadoni, via Dell’Acqua, via Concordia e via Forlanini. Del resto lo slogan di Maurizio Zazzeron parla chiaro: “Aperti con orario non stop 365 giorni all’anno”. Non ci sono feste comandate nè domeniche che tengano per il gruppo nato nel 1952 a Campanelle. Resterà aperto, ma solo a mezzo servizio (la mattina), l’altro gruppo triestino, i supermercati Bosco, compreso il Brico Center del Giulia. Tra gli stacanovisti della grande distribuzione non ci sono (forse per affinità elettive con il movimento sindacale) le coop. Non c’è la Coop Consumatori Nordest che gestisce l’Ipercoop del centro commerciale Montedoro nonostante sul sito dichiari di essere sempre aperti tranne il 1 gennaio, il 10 febbraio, Pasqua e Pasquetta. Il Primo Maggio, evidentemente, è sottinteso. Ovvio. Serrata anche per le Cooperative Operaie. Per loro si è trattato di una decisone un po’ più sofferta presa lunedì scorso alle 13. «Alle fine abbiamo scelto di tenere chiusi tutti i nostri punti vendita» dice il direttore Pierpaolo Della Valle. Le Cooperative Operaie restano chiuse in tutto il Friuli Venezia Giulia, compresi l’ipermercato delle Torri d’Europa e il nuovissimo Gran Duino, aperto qualche mese fa nell’area dell’ex Bar Bianco.
Tra Pam, Zazzeron e Bosco ci sarà comunque l’imbarazzo della scelta per chi vorrà fare la spesa il Primo Maggio. I sindacati, ovviamente, non apprezzano e sono sul piede di guerra. «Se dipendesse da me, andrei ad occuparli tutti» attacca Adriano Sincovich, segretario della Cgil. «Su chi tiene aperto il nostro giudizio resta negativo e preoccupato. Non è vero che tenere aperto in queste festività abbia un senso economico. Vorrà dire che torneremo alla carica con la nuova giunta regionale sulla questione delle aperture festive». Quasi un avvertimento.
Le aperture straordinarie non piacciono neppure alla Cisl. «Non si risolvono le sorti del commercio con un’apertura festiva - spiega il segretario provinciale Umberto Brusciano -. È una festa del lavoro. Tutti i lavoratori e tute le lavoratrici hanno diritto a partecipare. E anche i datori di lavoro, Mi sembra una forzatura inutile, visto che hanno libere tutte le domeniche per soddisfare i consumi sempre più in calo. È un’offesa ai valori della nostra Repubblica».
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