Primo maggio: in migliaia in corteo per le strade di Trieste
Quasi diecimila, secondo gli organizzatori di Cgil, Cisl e Uil. Circa tremila, secondo la Questura. Al di là della solita “guerra” dei numeri, il corteo del Primo maggio lungo le strade di Trieste ha unito, stretto i suoi partecipanti attorno alla consapevolezza che oggi, alla luce degli «8mila posti di lavoro persi in provincia dall’inizio della crisi», la vera emergenza - qui come altrove - si chiama lavoro. Il corteo, partito da San Giacomo, in mezzo al quale si scorgevano le facce della neogovernatrice della Regione Debora Serracchiani, del sindaco Roberto Dipiazza e della presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, si è riversato a metà mattinata lungo le vie Carducci e Roma, fino a confluire in piazza Unità, dove la manifestazione si è conclusa con l’intervento di Antonio Foccillo, della segreteria nazionale della Uil. «Con tre milioni di persone che hanno perso il posto di lavoro, tre milioni e mezzo di giovani che cercano il lavoro e oltre il 40 per cento di disoccupazione giovanile, quello di oggi non è un giorno di festa», ha detto Foccillo. Piccolo fuoriprogramma, prima che Foccillo salisse sul palco, e mentre il “corpo” dei partecipanti si stava già via via smagrendo dopo il corteo, quello inscenato dagli antagonisti della Casa delle culture, che si sono fatti sotto, provenienti da piazza della Borsa, con un furgoncino con musica a palla e lo striscione: «Reddito garantito. Contro i governi delle banche. Casa diritti dignità». Tra loro anche il medico di Rifondazione comunista Marino Andolina.
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