Primi giorni di scuola senza banchi monoposto e carenza di insegnanti
ROMA Ed è arrivato il primo dei primi giorni di scuola, quello in cui si è tornati in classe in Alto Adige, a Vo’ in Veneto, dove il 21 febbraio ci fu la prima morte in Italia per Covid e in alcune scuole di Torino e di Milano. Non accadeva da marzo e in alcuni casi anche da febbraio. È stato un rientro carico di emozione per chi non si vedeva da mesi se non su uno schermo. Ma dietro i sorrisi nascosti dalle mascherine e gli abbracci che non ci si è dati sono emersi subito timori e polemiche per l’anno che verrà, il più complesso e denso di incognite.
Anche se le porte delle classi si sono di nuovo spalancate e banchi e bambini hanno di nuovo riempito l’istituto di Vo’, che nel pieno dell’emergenza fu trasformato i in un laboratorio prelievi per una serie di tamponi che coinvolsero l'intera popolazione, la gran parte dei problemi delle scuole restano irrisolti e i prossimi mesi appaiono tutti in salita.
Delle 84 mila assunzioni promesse ad agosto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina alla fine sarà un successo se ne arriveranno 24mila secondo le stime che i sindacati hanno elaborato già subito dopo l’annuncio. Secondo i dati più aggiornati dela Cisl scuola in Sardegna sono rimasti vuoti quasi 8 su 10 posti disponibili, e in Piemonte e Veneto ancora di più. In regioni come Campania e Puglia si arriva a circa la metà.
Del tutto inutile anche la call veloce, lo strumento che secondo la ministra Azzolina avrebbe dovuto permettere di coprire, in tempi più rapidi di quelli previsti dal concorso bandito, i posti rimasti vuoti soprattutto al Nord. «Il bando messo in piedi on line per cercare di trovare insegnanti disponibili a trasferirsi in Lombardia è stato un fiasco assoluto», conferma il sindaco di Milano Beppe Sala. A fornire le ultime cifre a livello nazionale è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda insegnanti: in Calabria sono arrivate 16 domande ,in Molise, 7, in Piemonte 30, in Toscana 50, in Puglia 26, in Friuli 8. Un fallimento totale, spiega Rino Di Meglio: «I primi dati ufficiali sulla call veloce parlano di un flop che, complice anche il blocco quinquennale, supera di gran lunga le più pessimistiche previsioni e lasciano presagire un numero di richieste nettamente al di sotto delle attese e risibile se paragonato alle 60.000 cattedre non assegnate sulle 84.000 previste. Il numero di posti vacanti che resteranno scoperti sarà esorbitante, facendo schizzare le supplenze a quota oltre 200.000.
Né ci sono cifre molto più confortanti sul fronte dei banchi. Numeri ufficiali aggiornati non ne vengono fornit: il commissario straordinario per l’emergenza Covid conferma soltanto che un terzo dei banchi monoposto promessi verranno consegnati entro la fine di settembre alle scuole. Sono già arrivati invece una buona parte dei banchi monoposto ma tradizionali e senza rotelle ordinati dagli enti locali con i fondi messi a disposizione dal governo o da altri fondi.
Difficoltà che hanno dato la possibilità al leader della Lega Matteo Salvini di continuare la sua battaglia contro la ministra Azzolina: «Mancano 60mila insegnanti, 10mila aule, non ci sono i termoscanner, manca la metà dei banchi . Chi scherza sulla pelle degli insegnanti e delle famiglie non è degno di stare al governo di questo Paese», ha avvertito, ricordando che in Senato è pronta una mozione di sfiducia contro la ministra.
La vera prova generale per la scuola italiana è attesa per il 14 settembre quando riapriranno la gran parte degli istituti. —
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