“Primavera” fallita Ma 58 già assunti dalla Delta-Uno
È fallita la Cooperativa Primavera, una tra le più importanti fra quelle che operavano solamente all’interno del porto. Dean Novel, l’amministratore della realtà che era attiva nell’ambito di quanto è previsto dall’articolo 16 delle legge 84 del 1994 sui porti, cioè impegnata in lavori di carico e scarico delle navi, trasbordo, deposito, movimento merci e altri servizi portuali, ha consegnato i libri contabili in tribunale lo scorso 9 ottobre. C’era stato un tentativo di accordo di ritrattazione dei debiti, però non è andato a buon fine.
«Meno male che ciò non implica la perdita di posti di lavoro – spiega Massimo Simeon, il professionista triestino al quale il giudice Giovanni Sansone ha affidato la curatela fallimentare – visto che i soci dipendenti sono tutti passati al ramo d’azienda dato in affitto nel 2011 dalla stessa cooperativa alla Delta Uno srl. Un accordo che sussiste anche dopo il fallimento e che ora verosimilmente vedrà la Delta Uno acquistare all’asta questo ramo della cooperativa». Nel settembre del 2011, infatti, era stato siglato l’accordo che prevedeva l'assunzione di 58 ex soci della cooperativa Primavera, allora già in liquidazione, alle dipendenze della società Delta Uno del gruppo To Delta, che fa riferimento a Pierluigi Maneschi, concessionario del Molo Settimo attraverso la società Trieste marine terminal e, tramite Greensisam, titolare anche di una concessione sui primi cinque magazzini del Porto vecchio. Un percorso di salvataggio che oggi permette al fallimento della cooperativa di non lasciarsi alle spalle una scia di disoccupati. La curatela ha appena incominciato ad analizzare la situazione della cooperativa e dai primi dati emerge che «dal punto di vista del debito – valuta Simeon - le posizioni più pesanti sono quelle nei confronti dell’Inail e con Equitalia. C’è anche qualche posizione aperta con dei fornitori – aggiunge l’avvocato – e non ci sono immobili di proprietà».
Quello della Cooperativa Primavera è il trentanovesimo fallimento dall’inizio dell’anno nella provincia di Trieste. Nelle sole prime due settimane del mese di ottobre sono fallite anche un’agenzia di viaggio di via Torrebianca che faceva riferimento alla Alfa hotel & Touristik services, già in liquidazione; la Iptras srl, corriere espresso di via Molino a Vento; la Macro system corporation impegnata nella programmazione informatica e la Società edile giuliana, la quarta impresa di costruzioni fallita dall’inizio dell’anno.
Ma se a metà ottobre di fallimenti, per quanto riguarda il 2013, se ne contano già 39, nel 2012 nel corso di tutto l’anno erano stati 27, nel 2011 si era invece raggiunto il numero di 37 e l’anno precedente 32. Un aumento determinato dalla forte crisi, specialmente nel settore edilizio, visto che tra le aziende fallite da gennaio ad oggi, oltre a quelle di costruzioni, se ne registrano parecchie che operano nel campo dell’impiantistica e della progettazione edilizia. Sempre tra i fallimenti che fanno riferimento al 2013, vanno registrati anche quelli di imprese che hanno fatto la storia di Trieste, come la Duke e la Masè oltre a quello della Luci costruzioni.
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