Primarie Pd, Debora capolista per Renzi

Serracchiani guida la squadra del sindaco a Udine. “Cuperliani” critici: «Mossa inopportuna». Cosolini numero uno a Trieste
Di Marco Ballico
Udine 10 Aprile 2013. Matteo Renzi in Piazza Matteotti in sostegno della candidatura di Debora Serracchiani alla presidenza della regione Friuli Venezia Giulia. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 10 Aprile 2013. Matteo Renzi in Piazza Matteotti in sostegno della candidatura di Debora Serracchiani alla presidenza della regione Friuli Venezia Giulia. Telefoto copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

TRIESTE. Debora Serracchiani, stavolta, non si ferma a metà strada. Sta decisamente con Matteo Renzi, al punto da fare la capolista nel collegio di Udine a sostegno del sindaco di Firenze candidato, e favorito, alla segreteria Pd. Una scelta scontata, secondo alcuni. Chiesta dallo stesso Renzi, «che ha voluto valorizzare una punta di diamante del territorio» fa sapere il deputato udinese Paolo Coppola. Un’esagerazione, secondo altri. Di certo un caso se due parlamentari, Carlo Pegorer e Gianna Malisani, virgolettano a stretto giro di posta una nota che inizia con un gelido «prendiamo atto».

La vicenda riguarda non solo la corsa a tre Renzi, Gianni Cuperlo, Giuseppe Civati, ma pure l’ingresso dei delegati Fvg nell’assemblea nazionale, un posto per tanti, mille seggiole, 20 delle quali riservate alla regione. I “renziani”, che contano su non pochi big del territorio, fanno la voce grossa. Con la presenza di Serracchiani a Udine, ma anche di Roberto Cosolini, numero uno a Trieste. Nell’elenco friulano, dietro alla presidente della Regione, spuntano tra gli altri, in stretta alternanza di genere, anche il consigliere regionale Vittorino Boem, la parlamentare Isabella De Monte, il fresco capo di gabinetto della giunta Agostino Maio. A Trieste, dietro a Cosolini, ci sono l’assessore comunale Antonella Grim e il consigliere regionale Stefano Ukmar, mentre a Pordenone il capolista è Carlo Candido. Della triade regionale, accanto alla governatrice e al sindaco di Trieste, manca dunque solo Sergio Bolzonello. Questione di tempi: il vicepresidente si è tesserato in ritardo per potersi inserire in lista. Tutto regolare, apparentemente. Se non che la presenza di Serracchiani non piace a tutti. Non di certo a Pegorer e Malisani, che, preso atto «della scelta di candidarsi nel collegio di Udine per le primarie del Pd a sostegno del sindaco di Firenze», si affrettano a chiarire che un voto a favore di Cuperlo «non è un voto contro Serracchiani presidente della Regione, che tutti noi abbiamo contribuito a eleggere». Ma aggiungono, in maniera molto decisa, che «un voto a Cuperlo è il migliore modo per fare del Pd un soggetto politico vero, partecipato e moderno: ciò che serve anche in Friuli Venezia Giulia».

Non solo, tuttavia, candidati contro. Nella caccia a un posto in lista, negli ultimi giorni, si è visto di tutto. «Se questo è il nuovo», sbotta non a caso un renziano infastidito dai renziani. Succede anche questo nel Pd: gli aficionados di lunga data del sindaco scavalcati dalle new entry pronte a salire sul carro del vincitore. Ha scatenato un’autentica rivolta, per esempio, la presenza in una bozza di due giorni fa di Ivano Strizzolo al numero due subito dietro Serracchiani. Strizzolo è stato tolto a furor di popolo (renziano) e Boem è stato “promosso” dalla posizione numero sei. Caso esemplare, sono i veleni che circolano in queste ore, «di un assalto alla diligenza» che sta creando non pochi mal di pancia a chi, a Renzi (domenica sera in comizio a Udine), ha creduto in tempi non sospetti. Ma si vede oggi sorpassato da chi, forte anche di una presenza in Parlamento, sta gestendo il nuovo corso come fosse cosa sua.

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