«Primarie nel centrodestra? Ma senza gli alleati del Tlt»
Primarie nel centrodestra? Per molti, ma non per tutti. Un’Altra Trieste prende la parola per affermarlo con forza, ribadendo di credere fermamente in un passaggio auspicato già ben prima delle elezioni amministrative 2011, per scegliere il candidato sindaco. Un tema che oggi, in vista della consultazione del 2016 e dopo anni di baruffe, veti, divisioni anche a livello locale, torna d’attualità. Ma non tutti i problemi fra le diverse compagini del centrodestra sono risolti. «Primarie sì, ma non con tutti. Prima bisogna fare chiarezza sui rapporti con Mtl (Movimento Trieste Libera, ndr)», recita una nota di Uats a firma non solo dei consiglieri comunali Alessia Rosolen e Franco Bandelli, ma anche del consigliere provinciale Andrea Sinico e di quelli circoscrizionali Francesco Clun (responsabile dei giovani di Un’Altra Trieste), Andrea Balanzin, Marco Ianza, Dario Lonzarich e Paolo Silvari.
«Siamo stati i primi, quando ancora il centrodestra governava la città a chiedere le primarie per la scelta del candidato sindaco di Trieste. E siamo stati i primi a chiedere un dibattito serio, su temi e valori», rilevano i consiglieri. Uats è pronta a fare «un altro passo per ricompattare lo schieramento, firmando la petizione di Fratelli d’Italia con la richiesta di primarie». C’è, tuttavia, un “però”. Anzi i “però” sono tre. Di fatto tre condizioni, che poggiano su una base: «Le primarie - è la posizione di Uats - potranno svolgersi solo tra partiti e movimenti che condividono valori e idee, non certo all’interno di una corazzata che mette insieme i pezzi a soli fini elettorali. Primarie sì, dunque, ma non con tutti». Con chi, allora, no? Primo: «Non le faremo se ci sarà nella coalizione chi crede di essere azionista di maggioranza con diritto di veto sugli altri». E qui Alessia Rosolen aggiunge sibillina: «I dati sul consenso non lo consentono più a nessuno...». Secondo: niente primarie «con chi ammicca, ad intervalli regolari, a movimenti indipendentisti come il Movimento Trieste Libera 1, 2 o 3 che sia. Chi denigra l’Italia e sogna di staccare Trieste dall’Italia e dall’Europa, mediante strane interpretazioni di trattati internazionali, è chiaramente contro i più elementari valori che dovrebbe accomunare una coalizione di centrodestra». Pure su questo punto, Rosolen chiarisce: «Ci riferiamo alla Lega Nord. Fedriga, un anno fa, aveva addirittura proposto un referendum sulla questione Tlt...». Terza condizione: nessun passo comune «con chi non ha ancora preso le distanze da questi movimenti indipendentisti anzi, ne è risultato, non avendo mai smentito dichiarazioni fatte in tal senso da esponenti del Mtl (il riferimento è a quelle rese più di due mesi fa da Paolo Deganutti, poi passato con Territorio Libero³, ndr), il “manovratore” o perlomeno l’ispiratore». Un “no” che è facile intuire sia rivolto «a Giulio Camber - spiega Rosolen -. Ma anche a tutti coloro che in Forza Italia non si sono premurati di dire qualcosa in merito. L’unico a schierarsi subito nettamente contro è stato Piero Camber. Mentre l’onorevole Savino - continua l’esponente di Uats - aveva osservato (qualche giorno dopo il 15 settembre 2013, quando Mtl aveva portato in piazza migliaia di persone a Trieste, ndr) solo che ognuno è libero di manifestare». I consiglieri di Un’Altra Trieste bocciano quindi l’eventualità di «primarie senza distinguo. Questo sarebbe ipocrita e non cambierebbe la situazione di scollamento del centrodestra triestino. Altrimenti perché non farle con il Movimento 5 Stelle...».
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