Prima l’influenza, ora le Maldive. Bufera sulle assenze di Fedriga

Opposizioni all’attacco dopo il rinvio bis della relazione in aula sul patto finanziario: «Presa in giro»

Le riforme della giunta Fvg: le otto mosse di Fedriga

TRIESTE Si avvicina fra le polemiche la convocazione del Consiglio regionale, che il 12 febbraio ascolterà il presidente Massimiliano Fedriga sullo stato delle trattative finanziarie con lo Stato. Un appuntamento rimandato due settimane fa a causa di un’indisposizione del governatore, che però si trova dallo scorso weekend in vacanza alle Maldive. E un tweet polemico del Pd accende gli animi delle forze politiche. Scrive sui social il segretario del Pd Fvg, Cristiano Shaurli: «Il presidente entro il 31 gennaio doveva chiudere il Patto con lo Stato e non lo ha fatto. Il Consiglio attende di conoscere i risultati, ma ora si dice che la priorità del presidente Fedriga è essere serenamente in vacanza alle Maldive. Ci sentiamo presi in giro».

Le riforme della giunta Fvg: le otto mosse di Fedriga


Il centrosinistra condivide. Per il capogruppo dei Cittadini Tiziano Centis, «si metteva in croce la Serracchiani perché si diceva fosse sempre a Roma da Renzi, ma non vediamo Fedriga dalla Finanziaria di dicembre. Porta a casa o no questi soldi in più? La data per la relazione all’aula è saltata, ma avrebbe potuto delegare l’assessore al Bilancio. Tanto can can in campagna elettorale, ma i risultati mancano e c’è scarsa attenzione nei confronti del territorio». Furio Honsell (Open Fvg) ironizza e poi attacca: «Si vede che il ministro Tria è pure lui alle Maldive. Quando ero sindaco andavo a Lignano per essere vicino a Udine: Fedriga avrebbe potuto scegliere un weekend sullo Zoncolan. La maggioranza mostra totale improvvisazione, ma il presidente è sereno e va in vacanza: non è edificante vedere tanta leggerezza».

Il centrodestra si chiude a difesa del governatore. Per il leghista Mauro Bordin, «se il Pd vuole polemizzare su queste sciocchezze, faccia pure. Il presidente ha sempre cercato le migliori condizioni possibili col governo: la differenza la fanno i contenuti, non certo una settimana di vacanza. Il governatore ha diritto di prendere degli spazi di tempo limitati come ogni essere umano: è sul pezzo sette giorni su sette ed è ragionevole che stacchi ogni tanto». Mauro Di Bert (Progetto Fvg) è d’accordo: «Non si entra nella sfera familiare. Non c’è niente di male a dedicarsi alla famiglia e ai figli, anche se si è presidente della Regione: una pausa non significa non avere a cuore le sorti del territorio». Ma nella maggioranza qualcuno mugugna a microfoni spenti: «Tra influenza e ferie, resterà tutto fermo per venti giorni».

Nel M5s convivono posizioni diverse. Per Andrea Ussai, «le ferie bisogna meritarsele: il presidente avrebbe potuto andarci dopo la conclusione dei lavori sui patti finanziari. Speriamo non ci siano altri slittamenti». Mauro Capozzella fa invece valere l’asse gialloverde: «Il Pd ormai strumentalizza ogni cosa pur di non sparire. Dispiace si debba parlare di questo, anche se sarebbe bastato farci ascoltare una relazione nel giorno del rinvio, delegando l’assessore al Bilancio o il vicepresidente».

L’autonomista Massimo Moretuzzo usa l’arma del sarcasmo: «Siamo sicuri che il presidente si sia portato dietro il dossier relativo alla rinegoziazione dei patti finanziari con lo Stato. Si tratta pur sempre della partita più importante di questa legislatura. Lo aspettiamo martedì in Consiglio, riposato e carico di buone notizie».




 

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