«Prima il cantiere di Monte Grisa poi vedremo per i finanziamenti»

Le condizioni di Piero Camber. Solidarietà al vescovo indagato dall’Unione degli istriani
Solidarietà al vescovo Ravignani indagato dalla Procura per disastro colposo a causa dei crolli del tetto al santuario di Monte Grisa, nel 2007, dall’Unione degli istriani. Scrive il presidente Massimiliano Lacota: «È stato allora un vero miracolo se nessuno dei fedeli presenti a Monte Grisa è stato nemmeno sfiorato dall’improvviso cedimento, ed è normale che mons. Ravignani, in quanto capo della Diocesi triestina, sia ora al centro delle indagini giudiziarie di routine che ne sono seguite».


Lacota prosegue: «Desidero esprimere vicinanza alla Diocesi con l’auspicio che la normalizzazione della situazione porti anche al completo restauro del Santuario di Monte Grisa, voluto dall’indimenticato vescovo Santin».


Ma proprio sui finanziamenti (manca di fatto 1 milione e mezzo alla somma totale necessaria all’imponente restauro) resta l’incertezza. Lo confermano due consiglieri regionali del Pdl, che all’epoca dei fatti (assieme ai colleghi del centrosinistra) s’impegnarono per ottenere il contributo della Regione, la quale finora ha stanziato 500 mila euro, promesso un ulteriore milione e 200 mila euro, e negato invece quest’anno l’attribuzione del restante milione e 300 mila euro.


«Non si possono destinare finanziamenti a opere non ancora cantierate - spiega Piero Camber -, che poi restano fermi e vanno alle voci passive del bilancio». L’Ufficio tecnico della Curia ha affermato che il bando di gara per l’assegnazione del primo lotto di lavori sarà emesso a giorni.

Ma è poi Bruno Marini a esprimere («da consigliere ma anche da cattolico», precisa) preoccupazioni, critiche e suggerimenti. «Con tante collette continuamente organizzate per tante buone cause - osserva - dal 2007 a oggi la Diocesi non ha mai fatto una richiesta collettiva di offerte in modo serio, che da un lato avrebbe certamente portato l’aiuto da parte dei cittadini, ma avrebbe spronato anche le istituzioni, inoltre la Diocesi avrebbe potuto chiedere parte dei fondi alla Fondazione CRTrieste e anche al Comune».


Quanto ai contributi regionali, gli unici finora in parte promessi e in parte concessi oltre a quelli della Cei, Marini afferma: «Sono sempre stati decisi dalla Giunta come fondi speciali tratti dal bilancio dei lavori pubblici e girati con un mutuo a lunga scadenza, ma non sono mai entrati nella Finanziaria, cosa che dovremmo chiedere in questa fine d’anno per risolvere il problema magari con uno stanziamento triennale di 500 mila euro all’anno. E possiamo, chissà, sperare in un estremo rifinanziamento del Fondo Trieste e soprattutto nella possibilità per la Regione di ottenere gli arretrati della compartecipazione ai contributi Inps che ora sta chiedendo al governo.


«Se quella cifra arrivasse - conclude Marini - noi consiglieri triestini, mi auguro anche quelli di opposizione, potremmo insistere affinché si faccia lo sforzo di riservare una fettina al restauro di Monte Grisa. Se invece questi soldi non arriveranno ci sarà poco da fare, perché il bilancio regionale riserverà tagli a tutti quanti».

Riproduzione riservata © Il Piccolo