Prima guerra mondiale nasce la proposta AsiaGo

Dello storico Pierluigi Lodi l’idea di un gemellaggio tra i luoghi simbolo del fronte dell’Isonzo e dell’offensiva di primavera nel nome di tante storiche brigate

E se lo chiamassimo AsiaGo?

È l’acronimo del gemellaggio che potrebbe essere istituito tra il capoluogo dell’altopiano dei Sette comuni e Gorizia sullo sfondo, s’intende, del centenario della Prima guerra mondiale.

L’idea nasce da un’intuizione del goriziano Pierluigi Lodi, tra i più autorevoli e collaudati storici della Grande guerra, che sabato scorso ha accompagnato una comitiva di un centinaio di persone alla visita dell’ossario di Asiago dove sono custodite le spoglie di 55 mila caduti.

Si è trattato della seconda uscita del 2014 dell’èStoriabus, a bordo del quale si viaggia nei luoghi della Prima guerra mondiale in attesa del festival internazionale èStoria in programma a Gorizia nell’ultimo fine settimana di maggio.

La constatazione di Lodi parte da una semplice analisi che ha a che fare con le brigate italiane e austro-ungariche che si sono combattute prima lungo la fronte dell’Isonzo nel settore della Terza Armata (Sabotino-punta Sdobba) poi, dal maggio del 1916 agli ultimi giorni del conflitto, sull’altopiano che ha avuto nell’Ortigara il più tragico dei teatri di morte.

Anche a chi conosce solo superficialmente le vicende del ’14-’18 non sfugge, inoltre, la sovrapposizione toponomastica di molte vie di Asiago e di Gorizia.

La prima brigata e forse la più importante citata da Lodi è la brigata Sassari composta esclusivamente da sardi. Tra i quali l’ufficiale di complemento Emilio Lussu, che a guerra finita e sfidando con coraggio l’agiografia eroica con cui il fascismo ostentava la vittoria pubblicò il celebre “Un anno sull’altipiano”, libro in cui forse per la prima volta si leggeva dell’orrore delle trincee e delle condizioni orrende in cui erano costretti i soldati.

Altra brigata è la Catanzaro, composta da calabresi e siciliani, che nel luglio del 1917, riparata nelle retrovie di Santa Maria la Longa dopo settimane di prima linea, darà vita a uno dei più tragici ammutinamenti della storia del Regio esercito italiano. Infine, come dimenticare la brigata Granatieri di Sardegna, che liberò per primo Monfalcone grazie anche ai volontari triestini Giani e Carlo Stuparich (caduto nel maggio del 1916 proprio sull’altopiano di Asiago) e Scipio Slataper morto sul Calvario nel dicembre del 1915.

Nè mancano analoghi collegamenti tra i reparti dell’esercito imperiale che nel maggio del 1916, sull’altipiano, scatenò quella che per gli italiani è stata la Strafexpedition e per gli imperiali l’offensiva di primavera. (ro.co.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo