Prete ucciso, il Ris sulla scena del delitto

A caccia delle tracce biologiche dell’assassino che ha strangolato monsignor Giuseppe Rocco. Questa mattina i carabinieri del Ris di Parma hanno esaminato per oltre cinque ore la stanza al secondo piano della Casa del clero di via Besenghi, quella in cui ad aprile è stato ucciso il sacerdote. A chiedere l’intervento degli esperti della Scientifica è stato il pm Matteo Tripani, il magistrato titolare delle indagini.
I tecnici del reparto investigazioni speciali dell'Arma, arrivati in città in mattinata, hanno utilizzato le più sofisticate tecniche scientifiche, tra cui quella del luminol, che consente di risalire anche a distanza di anni alle tracce di sangue. Gli esperti cercheranno di decrittare le impronte lasciate sul pavimento della camera, ma anche quelle che potrebbero trovarsi sulla parte interna della porta e sui pochi mobili.
Alla fine della lunga mattinata di lavoro, gli uomini del Ris di Parma hanno portato via un sacco nero, dentro il quale potrebbe esserci la soluzione dell'omicidio. Le tracce e i reperti saranno ulteriormente analizzati per riuscire a dare un volto alla persona che lo scorso 25 aprile, è entrata nella camera e ha ucciso il sacerdote proprio quando stava alzandosi dal letto.
Il prete è stato aggredito alle spalle e l'assassino gli ha cinto energicamente il collo con l'avambraccio all'altezza della trachea. Una stretta forte a un anziano sacerdote che era pieno di acciacchi e pesava poco. Non dovrebbe essere stato in grado, in quella posizione, di opporre resistenza e di graffiare (come accade spesso) il suo assassino.
Certo l’operazione per i carabinieri non sarà facile: dopo il decesso di monsignor Rocco, quando ancora nessuno aveva ventilato l'ipotesi del delitto, quella camera era stata ripulita e disinfettata. Ma i Ris non sono nuovi a colpi di scena.(c.b.)
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