Pressing su Tondo contro la chiusura dei consolati italiani

Interrogazione urgente del consigliere del Pdl Marini: «Capodistria ha un peso fondamentale per i connazionali»

TRIESTE

Non passa sotto traccia nel mondo politico del Friuli Venezia Giulia la notizia della prossima chiusura del Consolato generale d’Italia a Capodistria e del Consolato italiano a Spalato come previsto, per esigenze di bilancio, dal piano di ristrutturazione della rete consolare italiana deciso nel 2009 e quindi sotto la gestione Frattini della Farnesina, e da attuarsi entro il 2012.

Il consigliere regionale triestino del Pdl Bruno Marini ha immediatamente presentato un’interpellanza al presidente della Regione Renzo Tondo «affinchè intervenga urgentemente nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri e presso il Ministero degli affari esteri al fine di riconsiderare attentamente l’opportunità della chiusura del Consolato generale d’Italia a Capodistria e del Consolato d’Italia a Spalato, tenuto conto della presenza di una cospicua minoranza di italiani in Slovenia e in Croazia».

Questo, spiega Marini, anche in funzione del «ruolo fondamentale» che il Consolato di Capodistria ha per la Comunità nazionale italiana presente in Slovenia e in Croazia e per l’integrazione europea». Marini rileva inoltre «il ruolo storico» della rappresentanza consolare italiana nel capoluogo del Litorale che «ancora prima dell’indipendenza di Slovenia e Croazia rappresentava un riferimento fondamentale per tutti gli italiani nell’ex Jugoslavia». Senza dimenticare, conclude il consigliere del Pdl, «che la presenza del Consolato di Capodistria è punto di riferimento essenziale per la cultura e la civiltà italiana nella ex Zona B dell’Istria».

Contattata l’ambasciata italiana a Lubiana per capire quali possono essere le ricaduta di un simile provvedimento soprattutto da un punto di vista operativo, la nostra rappresentanza diplomatica nella capitale slovena ha risposto di non aver avuto alcuna indicazione da Roma e, quindi, di non essere in grado di commentare la notizia.

Certo è che, viste le reazioni dei nostri connazionali d’oltreconfine, l’ammainabandiera sul palazzo che ospita la sede consolare a Capodistria viene letto come una grave mancanza d’interesse per il rispetto dell’identità italiana della regione.

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