Presidi, concorso annullato e torna lo spettro reggenze

Un’ottantina i dirigenti che a settembre potrebbero trovarsi a guidare due scuole. Duri i sindacati. Previti (Uil): grave contraccolpo, nel caos l’avvio del nuovo anno
Alcuni studenti in fila con gli zainetti ed i libri durante il primo giorno di scuola al liceo Newton di Roma, oggi 12 settbre 2011 a Roma..ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Alcuni studenti in fila con gli zainetti ed i libri durante il primo giorno di scuola al liceo Newton di Roma, oggi 12 settbre 2011 a Roma..ANSA/ALESSANDRO DI MEO

TRIESTE. Il rischio è che la scuola del Friuli Venezia Giulia si ritrovi ancora con decine di reggenze tra i dirigenti: ce n’erano 72 all’inizio dell’anno scolastico 2018/19, ma si va verso quota 80 con i pensionamenti in agenda. I sindacati contano sul ricorso del Miur ma, al momento, la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto un ricorso che evidenziava le presunte irregolarità nella costituzione di una commissione (sotto esame i profili di compatibilità di alcuni membri: due preparatrici di corsi e un sindaco in carica) annulla il concorso per i nuovi presidi della scuola italiana.

Una partita lunga, con beffa di inizio estate per 3.700 docenti giunti all’orale dopo preselezione e prova scritta. In Fvg si erano iscritti in 462, al primo test si sono presentati in 327 e 148 sono approdati allo scritto. Una settantina sono stati ammessi all’orale, numero quasi sufficiente a compensare i “buchi” coperti faticosamente dalle reggenze (15 istituti su 25 a Gorizia, 19 su 42 a Pordenone, 5 su 34 a Trieste, 33 su 70 a Udine) e con una decina di pensionamenti in vista. Sembrava che l’accelerazione prodotta dal posticipo della fase di tirocinio a qualifica ottenuta potesse consentire ai “promossi” di entrare in servizio già il prossimo settembre.

E invece no, ecco l'intoppo, con la decisione - l’altra sera - dei giudici del Tar laziale che mette in discussione tutto il percorso, a partire da una preselezione alla quale si erano affacciati 38 mila candidati in Italia. Il ministero guidato da Marco Bussetti, per mezzo dell'Avvocatura, ha presentato la richiesta di una sospensiva d'urgenza che consentirebbe, se accolta dal giudice monocratico, in attesa della decisione della Camera di Consiglio attesa per fine luglio, di terminare lo svolgimento degli orali previsto per l'11 luglio.

L’iter dovrebbe così proseguire e dovrebbero quindi arrivare le nomine. Ma, da un momento all’altro, potrebbe anche accadere che la Cassazione cancelli ogni atto, fino a gettare la scuola nel caos. Paradossale, a tener conto del fatto che i membri che si sospetta incompatibili hanno operato solo a Caserta ma, avendo partecipato a una riunione preliminare a gennaio della commissione plenaria, quella che aveva fissato le griglie di valutazione per l’intero concorso, hanno finito con il paralizzare tutte le operazioni.

Dura la reazione dei sindacati. In particolare la Cigl Fvg con il segretario Adriano Zonta accusa la pubblica amministrazione di voler «destabilizzare la scuola. Ancora una volta le cose sono state fatte coi piedi, non c’è ormai un solo concorso che non venga impugnato».

«Un guaio grosso – aggiunge Ugo Previti della Uil regionale –, non resta che contare sull’intervento immediato del Miur a garantire i diritti dei candidati. Purtroppo l’unica certezza è che il sistema scolastico subirà un grave contraccolpo che getta nel caos le scuole e l’avvio dell'anno scolastico. Senza considerare i docenti che restano nel limbo dell’incertezza dopo avere affrontato enormi sacrifici nella preparazione del concorso».

Per Donato Lamorte della Cisl Fvg «la scuola ha bisogno di certezze e di garantire ai ragazzi figure professionali all’altezza. Il metodo delle reggenze va superato». Interviene la politica, col consigliere regionale del M5S Mauro Capozzella: «La notizia è allarmante. Auspico che l’assessore Rosolen mostri i muscoli e acceleri il processo per portare al Fvg l’autonomia della propria scuola». Anche Massimo Moretuzzo del Patto auspica «nuove competenze» in materia scolastica e formativa. —


 

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