Presidenziali in Croazia, in tre sfidano Josipovic
La prima prova di forza si è conclusa. I candidati al posto di presidente della Repubblica croata hanno consegnato sabato alla commissione elettorale le firme raccolte a loro sostegno. Ivo Josipovic, il capo di Stato in carica (socialdemocratico, Sdp), si è presentato in mattinata con più di 200mila sottoscrizioni, contro le 10mila necessarie per partecipare allo scrutinio. Qualche ora più tardi, alle 17, è stata la volta di Kolinda Grabar Kitarovic, la principale sfidante di centrodestra (Hdz) ed ex diplomatica alla Nato, che ha dato il via alle ostilità portando al Parlamento oltre 320mila firme.
«Abbiamo più sottoscrizioni di ogni altro candidato, in tutta la storia della raccolta-firme per le elezioni presidenziali in Croazia», ha dichiarato raggiante la 46enne fiumana, prima di concludere sicura: «Mi aspetto una vittoria». In terza posizione, Milan Kujundžic ha dichiarato venerdì aver ottenuto almeno 50mila firme. Questo medico originario della Dalmazia e residente oggi a Zagabria è stato fino al 2012 un membro di spicco dell’Unione democratica croata (Hdz), prima di fondare l’anno scorso la sua nuova formazione cristiano-democratica “l’Alba croata - Partito del popolo”.
Qualche sorpresa è arrivata anche dagli altri aspiranti capi di stato. Don Ivan Grubišic, il prete progressista rinnegato dalla Chiesa croata, ha annunciato sabato di non voler più prender parte alla competizione elettorale. Nonostante avesse raccolto le 10mila firme necessarie, il sacerdote di Spalato ha detto non voler più partecipare «ad una campagna dominata da partiti politici». Ieri, un altro candidato ha dato forfait: Ivan Rude, che ha dichiarato di non aver raccolto abbastanza sottoscrizioni. Rude, avvocato di Sebenico, era stato convinto a presentarsi dai lavoratori delle aziende che era riuscito a salvare dal fallimento. «È una piccola sconfitta, ma la guerra non è persa», ha affermato.
Come lui, Slobodan Midžic, Ratko Dobrovic e Ivan Bavcevic non sono riusciti a superare le 10mila firme richieste. Contro ogni aspettativa, invece, Ivan Vilibor Sincic ce l’ha fatta. Con poco più di 15mila sottoscrizioni raccolte, Sincic è il quarto candidato al posto di presidente della Repubblica, nonché il più giovane. Questo studente di 24 anni presiede il movimento nazionale “Živi zid” (“lo scudo umano”), che si presenta ad ogni sfratto per impedire alla polizia di espellere chi non paga l’affitto. Su Youtube, i video delle azioni del collettivo sono sempre più popolari. Capelli lunghi e parlantina sciolta, Ivan Sincic potrebbe essere più di un fenomeno di società alle elezioni del 28 dicembre.
Secondo un sondaggio online pubblicato ieri dal quotidiano 24Sata, il giovane leader di Živi zid arriverebbe in testa con 37% dei voti, seguito da Kolinda Grabar Kitarovi? (26%) e Ivo Josipovic (19%). Un risultato tuttavia improbabile secondo le stime televisive, che prevedono invece un classico testa a testa tra centrosinistra e centrodestra. «Non credo ai sondaggi», taglia corto il professor Hrvoje Špehar, direttore del Centro di Studi europei all’università di Zagabria. «Nel 2000, nessuno pensava che Stjepan Mesi„ vincesse le elezioni ed invece è successo». Per quest’insegnante di Scienze Politiche, «Živi zid è il risultato di anni di politiche sociali sbagliate o inesistenti».
«Il governo dovrà seguire con attenzione queste elezioni presidenziali: si tratta di un vero e proprio test prima delle legislative dell’anno prossimo», spiega Špehar. Nonostante i due principali candidati abbiano fatto il possibile per non essere presentati come esponenti di un solo partito (Sdp e Hdz), la loro appartenenza all’élite politica della capitale è evidente. «Non credo che il governo di Milanovic sopravviverebbe ad una sconfitta di Ivo Josipovic: non arriverebbe a fine mandato - prosegue il professore - e se Grabar Kitarovic dovesse diventare la nuova presidente, qualcosa potrebbe cambiare nella geopolitica regionale. Soprattutto nel ruolo che la Croazia ha nell’allargamento europeo alla Serbia». Restano ancora venti giorni prima delle elezioni del 28 dicembre. I funzionari del parlamento croato hanno tempo fino alla mezzanotte di stasera per verificare tutto il materiale presentato dai candidati e domani, la campagna elettorale potrà cominciare ufficialmente.
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