Presidenziali in Austria, vince per 31mila voti il verde Van der Bellen

Sconfitto d'un soffio l'ultranazionalista Hofer, che ammette il "ko": 50,3% contro il 49,7%. Serracchiani: "Dal voto emerge un Paese diviso"
Alexander Van der Bellen, verde, nuovo presidente dell'Austria
Alexander Van der Bellen, verde, nuovo presidente dell'Austria

TRIESTE Il verde Alexander Van der Bellen ha vinto le elezioni in Austria dopo lo spoglio dei voti per posta sconfiggendo l'ultranazionalista Norbert Hofer. Questo il dato ufficiale del ministero dell'Interno di Vienna: Van der Bellen ha raccolto 2 milioni 254 mila 484 voti, pari al 50,3%; Norbert Hofer ha invece totalizzato 2 milioni 223 mila 458 voti, pari al 49,7%. La differenza tra i due è dunque di circa (appena) 31mila voti. Senza i voti per corrispondenza, la vittoria sarebbe andata ad Hofer.. Van der Bellen è quindi il nuovo presidente dell'Austria.

Ancora prima della proclamazione formale, il rivale ultranazionalista ha ammesso la sconfitta. Sulla sua pagina Facebook, Norbert Hofer si dice «rammaricato» di non essere stato eletto presidente: «Mi sarebbe piaciuto prendermi cura di questo bel Paese. Vi resterò comunque fedele», ha scritto.

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Van der Bellen e Hofer, i due sfidanti alla presidenza dell'Austria.

Queste elezioni presidenziali sono comunque entrate nella storia: al primo turno i candidati dei due partiti di maggioranza, i socialdemocratici Spö e i popolari Ívp, sono usciti pesantemente sconfitti, e al ballottaggio sono arrivati i candidati di due partiti d'opposizione. L'alta affluenza alle urne del 70% dei 6,4 milioni aventi diritto, con un record assoluto di voti per corrispondenza, ha testimoniato il clima teso. Comunque, le urne hanno fotografato un Paese spaccato in due.

Hofer ha stravinto nelle zone rurali dell'Austria, mentre Van der Bellen si è imposto nettamente nei grossi centri urbani, vincendo in otto su nove capoluoghi regionali e soprattutto a Vienna. Per il governo Spö-Ívp, sotto la guida del neo-cancelliere Christian Kern, inizia ora una difficile rincorsa per recuperare consensi.

«Al di là del risultato in Austria, il candidato della destra ha comunque raggiunto un dato straordinario, enorme, che è la prova di quanto deve fare ancora l’Europa per evitare di essere percepita come un problema e non come una soluzione». A dirlo il ministro dell’Interno Angelino Alfano, a Palermo. «Sappiamo e conosciamo i limiti dell’Europa - ha proseguito - ma sappiamo anche che senza l’Europa saremmo più soli, più insicuri perchè il terrorismo avrebbe partita più facile e ricordo sempre che prima dell’Europa c’erano le guerre e adesso abbiamo la pace».

Parere a caldo sulle presidenziali austriache anche da parte di Debora Serracchiani, presidente del Fvg e vicesegretario nazionale del Pd: «L'esito delle elezioni in Austria ha fatto emergere un Paese che non può rimanere diviso, anche in coerenza con la sua grandissima civiltà e le alte tradizioni culturali».

A margine dell'incontro con i presidenti del Veneto e del Land Carinzia, Luca Zaia e Peter Kaiser - in corso a Trieste - Serracchiani ha aggiunto che «certamente si può esprimere sollievo per il compattamento che ha fermato il candidato della destra estrema. Tuttavia lo stretto margine che attribuisce la vittoria a Van der Bellen obbliga anche a riflettere su dinamiche sociali ed elettorali che devono essere prese molto sul serio. Al nuovo presidente auguro di saper esser punto di sintesi e unione per l'intero suo popolo, e ponte verso tutti gli Stati vicini e d'area. La vicinanza e la storica amicizia che legano Austria e Italia, e in particolar modo le regioni confinanti già strette da vincoli di collaborazione istituzionali, non saranno sicuramente indebolite. Anzi, credo che si dovrà andare in ogni caso verso un rafforzamento dei rapporti bilaterali, non solo alla luce di emergenze più o meno impellenti, ma anche nell'ottica di un processo di integrazione che - conclude Serracchiani - non si deve fermare».

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