Presidenziali in Austria, è testa a testa. Decide il voto postale

L'ultranazionalista Hofer e il verde Van der Bellen sono alla pari alla fine dello spoglio delle schede depositate nelle urne. Gli exit poll degli 800mila per corrispondenza che saranno scrutinati lunedì 23 maggio danno il candidato verde in testa di soli tremila preferenze
Van der Bellen e Hofer, i due sfidanti alla presidenza dell'Austria.
Van der Bellen e Hofer, i due sfidanti alla presidenza dell'Austria.

TRIESTE Ballottaggio al cardiopalma alle presidenziali in Austria, dove il vincitore della sfida tra il candidato ultranazionalista Norbert Hofer e il verde Alexander Van der Bellen sarà stabilito solo lunedì 23 maggio, dopo lo scrutinio dei voti per corrispondenza. È moderatamente fiducioso l'ecologista, anche se dopo lo scrutinio di tutti i seggi elettorali Hofer è ancora in vantaggio con il 51,93%. Gli exit poll, che tengono conto dei circa 800.000 voti per posta, danno invece Van der Bellen in testa nel computo finale per circa 3.000 voti. Un niente.

Per la prima volta gli austriaci, che di solito sono abituati ad avere i risultati definitivi nel giro di pochissime ore, devono attendere un giorno per sapere chi sarà il loro prossimo capo dello Stato. Comunque vada, il bicchiere è mezzo pieno oppure mezzo vuoto, secondo i punti di vista: Van der Bellen può rimarcare di aver recuperato dal primo turno uno svantaggio di 14 punti su Hofer, unendo praticamente tutte le forze moderate e di centrosinistra del paese. Il suo rivale Hofer può invece rivendicare di aver ricevuto un voto su due, nonostante tutti i moniti lanciati a livello nazionale ed europeo.

Presidenziali in Austria: ora il ballottaggio. Favorito l'estremista di destra
I due sfidanti per la presidenza austriaca: Van der Bellen (a sinistra) e Hofer (a destra)

Queste elezioni presidenziali hanno tutte le caratteristiche per entrare nella storia: al primo turno i candidati dei due partiti di maggioranza, i socialdemocratici Spö e i popolari Ívp, sono usciti pesantemente sconfitti, e al ballottaggio sono arrivati i candidati di due partiti d'opposizione. L'alta affluenza alle urne del 70% dei 6,4 milioni aventi diritto, con un record assoluto di voti per corrispondenza, testimonia il clima teso. Chiunque vinca, le urne fotografano un Paese spaccato in due.

Hofer ha stravinto nelle zone rurali dell'Austria, mentre Van der Bellen si è imposto nettamente nei grossi centri urbani, vincendo in otto su nove capoluoghi regionali e soprattutto a Vienna. Per il governo Spö-Ívp, sotto la guida del neo-cancelliere Christian Kern, inizia ora una difficile rincorsa per recuperare consensi. Al più tardi nel 2018, ma forse già nella primavera dell'anno prossimo, sarà rinnovato il Nationalrat, il parlamento, e secondo i sondaggi si delinea una netta vittoria degli ultranazionalisti. C'è chi teme già adesso un possibile duo Norbert Hofer capo di Stato e Heinz Christian Strache cancelliere, un'ipotesi mai immaginata nemmeno da Jörg Haider, il leader della Fpö morto nel 2008 in un incidente stradale.

In attesa dei risultati definitivi, i due candidati sono arrivati assieme davanti alle telecamere della tv pubblica Orf. Per una volta Van der Bellen e Hofer si sono detti d'accordo sul fatto che al prossimo presidente spetterà il compito difficile di unire un Paese profondamente diviso. «Speravo di poter dormire stanotte serenamente, per farlo dovrò aspettare domani. Sarò il presidente di tutti», ha detto Hofer. «Gli austriaci - ha aggiunto - hanno dimostrato che non si fanno più imporre la decisione su chi votare, ma scelgono liberamente».

Van der Bellen ha stretto la mano al suo rivale. «Ci siamo presentati con programmi diversi e in modo diverso, ma dopo il voto è giusto sedersi a un tavolo e confrontarsi in modo disteso», ha detto, aggiungendo che le sfide sono la disoccupazione e il rilancio dell'economia. In un clima surreale di solo vincitori e senza sconfitti, in serata sono andati in scena due feste, quella della Fpö al Prater e quella dei Verdi nello storico Palais Auersperg.

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