Presidenza scippata Sfuma il ritorno di Monassi in Acegas

Sembrava tutto pronto. Nel 2016 le trattative per la costruzione della giunta comunale avevano previsto l’assegnazione, in quota Forza Italia, della presidenza di AcegasApsAmga a Marina Monassi, ma la modifica del patto parasociale che toglie al Comune la nomina del vertice della multiutility è un duro colpo agli equilibri nel centrodestra. E uno schiaffo alle ambizioni del mondo camberiano che, forse avendo subodorato la mala parata, nelle ultime settimane ha cominciato a muoversi per portare la stessa Monassi alla guida di Autovie Venete.
L’ex presidente dell’Autorità portuale vede dunque da una parte sfumare un incarico dato per certo e dall’altra spera di poter tornare a un ruolo di primo piano, dopo gli ultimi anni trascorsi ricoprendo funzioni di scarso prestigio nelle società partecipate cittadine. Eppure la nomina in Acegas sembrava cosa fatta, nell’ambito di un accordo che ha già collocato in parallelo la leghista Federica Seganti nel cda del Gruppo Hera, di cui Acegas è controllata al 100%. E c’è chi negli ambienti politici locali sostiene che la vendita delle azioni da parte del Comune non c’entri nulla con la modifica del patto parasociale, ma tutto vada letto come volontà della Lega di scongiurare una designazione sgradita, promessa a suo tempo dal sindaco Roberto Dipiazza, nonostante l’annunciata ma mai attuata volontà “decamberizzatrice”. Il nome di Monassi, o forse semplicemente l’assegnazione in quota forzista, appare dunque indigesto a un Carroccio che ha ribaltato gli equilibri nel centrodestra rispetto al 2016.
Quello della ex presidente dell’Autorità portuale sarebbe stato peraltro un ritorno a casa, perché Monassi aveva già ricoperto il ruolo di direttore generale di Acegas. L’azienda sarebbe stata un boccone succulento per la corrente che fa riferimento a Giulio Camber, ex senatore ma leader incontrastato del berlusconismo triestino, di cui Monassi è da anni personificazione della longa manus sui gangli dell’economia locale. L’astro di Camber non brilla tuttavia più come un tempo, quando l’esponente del Melone controllava indirettamente buona parte dei centri decisionali triestini. Una contrazione che si apprezza plasticamente anche dai ruoli oggi detenuti da Monassi, passata da incarichi apicali ai ruoli di presidente dei revisori delle Ater e del collegio sindacale di Trieste Trasporti.
Acegas avrebbe rappresentato allora un segnale di esistenza in vita per il camberismo, a questo punto costretto a puntare tutto su un bersaglio ancor più grosso. La creazione della nuova concessionaria autostradale interamente pubblica e la prossima uscita di scena del presidente Maurizio Castagna aprono infatti nuove possibilità di penetrazione in Autovie Venete. Accordi interni alla coalizione hanno stabilito che la presidenza della società in house spetterà a Forza Italia e l’obiettivo di Camber e della fedelissima coordinatrice regionale Sandra Savino è ottenere la nomina di Monassi. Tutto si deciderà nel 2019, perché il governatore Massimiliano Fedriga è intenzionato a prorogare Castagna fino al rinnovo della concessione, all’indennizzo dei soci privati e al passaggio delle quote azionarie dalla vecchia Autovie alla Newco appositamente creata.
Le mire camberiane non si realizzeranno tuttavia facilmente. Fedriga non gradirebbe infatti l’ipotesi Monassi, che i camberiani avevano già provato a portare alla guida della Regione durante il valzer dei candidati del centrodestra seguito alle elezioni politiche. Uno dei molti nomi messi sul tavolo in opposizione alla candidatura di Fedriga, dopo il tramonto della prima scelta dei forzisti, ovvero Riccardo Riccardi. Il presidente non ha una relazione solida col camberismo: lo dicono i rapporti mai sanati con Savino e la decisione di non agevolare la nomina di Riccardi alle Infrastrutture, venendo incontro alle richieste degli operatori portuali triestini, desiderosi di tenere lontano dal Porto il sistema di gestione cancellato dall’arrivo di Zeno D’Agostino. Probabile che il governatore chieda a Forza Italia di far cadere la scelta su una personalità diversa, chiarendo ai forzisti chi comanda davvero in Fvg. —
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