«Presidenza Insiel, Puksic incompatibile»
La giunta per le nomine del Consiglio regionale dà il via libera a Simone Puksic. Ma, prima che l’incarico di presidente di Insiel venga formalizzato, avverte l’esecutivo: meglio rimuovere una possibile causa di incompatibilità per chi è anche project manager di Ditedi, distretto industriale finanziato dalla Regione. In che modo? Quello più semplice: le dimissioni dal distretto. Dimissioni al momento ancora non rassegnate (l’incarico in Ditedi scade a fine anno), a differenza di quelle per l’incarico nello staff di Paolo Panontin.
La relazione del segretario generale Augusto Viola è molto dettagliata. Precisa che non ci sono cause di inconferibilità per l’attribuzione del mandato (e infatti, a maggioranza, la giunta per le nomine decide per il «sì») al giovane manager indicato da Debora Serracchiani, ma segnala una causa di incompatibilità prevista dall'articolo 9, comma 2, del Decreto legislativo 39/2013 secondo cui «incarichi di presidente e amministratore delegato negli enti di diritto privato in controllo pubblico sono incompatibili con lo svolgimento in proprio, da parte del soggetto incaricato, di un'attività professionale, se questa è regolata, finanziata o comunque retribuita dall'amministrazione o ente che conferisce l'incarico».
Il nodo è l’attuale mansione di Puksic nel distretto industriale delle tecnologie digitali, che può appunto configurare questa causa di incompatibilità con la presidenza di Insiel. Un’osservazione che verrà trasmessa alla giunta contestualmente al parere favorevole dell’organismo consiliare: hanno dato l’ok Franco Rotelli (Pd), Pietro Paviotti (Cittadini) e Giulio Lauri (Sel), hanno votato contro Alessandro Colautti (Ncd) e Renzo Tondo (Ar), si è astenuto Andrea Ussai (M5S).
Il Consiglio, fa sapere il presidente Franco Iacop, ha fatto il suo dovere segnalando la potenziale criticità. Ma suggerisce anche la soluzione più semplice, quella della rimozione del problema attraverso le dimissioni. «La situazione - si legge in una nota dell’aula - può essere risolta dall'interessato nei tempi previsti dalla legge». E dunque «non pregiudica in alcun modo la bontà della candidatura».
Normativa a parte, resta il nodo politico di un incarico dai contorni indefiniti vista l’indennità molto bassa (30mila euro lordi) prevista per Puksic. Gianni Torrenti, che rappresentava ieri la giunta, non ha convinto l’opposizione quando ha ufficializzato che le deleghe operative «saranno affidate ad altre persone». «Un’informazione che non chiarisce quali compiti avrà il nuovo presidente - dice il grillino Ussai - e che consolida le nostre perplessità sulla credibilità che potrà avere un manager pur bravo pagato così poco per guidare un’azienda di grandi dimensioni come Insiel». Tra le altre note critiche, prosegue Ussai, «il fatto che Puksic abbia consegnato, allegato al curriculum, gli stessi indirizzi strategici della gestione precedente, a conferma dell’indeterminatezza del suo ruolo».
Questione sollevata anche da altri consiglieri. Da parte di Colautti pure una considerazione sull’età: «Il giovanilismo va di moda ma alla fine, concretamente, i compiti più rilevanti andranno al direttore generale». E dunque «anche se Puksic è bravo e si farà, la sua scarsa esperienza è palese di fronte a una struttura complessa come la società informatica». «Come affidare a un bravissimo cuoco il controllo di una catena di ristoranti», aggiunge Tondo. Insomma, non bastano le competenze.
Da parte della giunta, però, nessun dietrofront. Puksic, assicura Torrenti, convince «per la sua formazione, per le solide esperienze e competenze professionali». I trent’anni? «Un punto a favore visto che la sua visione moderna potrà trainare Insiel a raggiungere gli indirizzi strategici già individuati per la società». Considerazioni non diverse da quelle di Paolo Panontin: «Puksic è un professionista giovane, con solida esperienza e di grandi e riconosciute competenze, in Italia e all'estero, che saprà trasmettere l'impulso innovativo che vogliamo imprimere a Insiel».
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