Presidenza Confindustria Fvg, stop a Bono

Udine frena sulla candidatura dell’amministratore delegato di Fincantieri: «Priorità alla fusione delle quattro associazioni»

TRIESTE. L’ultimo nome del valzer, quello di Giuseppe Bono, convince Trieste, Gorizia e Pordenone, ma non Udine. E così, ancora una volta, Confindustria rimanda la definizione della presidenza regionale. Stavolta, rispetto al passato, non è solo una questione di nomi. In ballo c’è la partita più complessa, quasi epocale: l’unificazione della quattro associazioni territoriali.

Da mesi gli industriali della regione cercano una quadra senza trovarla. Al punto che Alessandro Calligaris è rimasto in carica oltre la scadenza del mandato in attesa che i saggi – Michela Cattaruzza (Trieste), Gianni di Bert (Gorizia), Michelangelo Agrusti (Pordenone) e Giovanni Fantoni (Udine) – trovassero un’intesa. Si è fatto a lungo il nome di Sergio Razeto, che ha però a più riprese ribadito la sua indisponibilità, di Riccardo Illy, dello stesso Calligaris.

L’ultima carta da giocare è quella di Bono, amministratore delegato di Fincantieri, su cui la Venezia Giulia e Pordenone hanno trovato una sintesi condivisa. Sembrava fatta e invece no. Perché al nome di Bono la base friulana si è ribellata. Il motivo? Non tanto territoriale quanto di profilo: alla guida di Confindustria Fvg Udine vuole un uomo d’azienda, non un manager. E ieri, come da comunicato pomeridiano, la territoriale a guida Matteo Tonon ha manifestato, con i consueti toni morbidi dell’associazione, la sua perplessità.

Al termine della riunione del consiglio direttivo di Confindustria udinese «per esaminare lo stato di avanzamento dell’iter per il rinnovo della presidenza di Confindustria Fvg in relazione alla candidatura avanzata dalle altre territoriali – si legge nel testo diramato da largo Torriani – si è ha ribadito l’obiettivo della costruzione di un’unica Confindustria regionale fondata sulle aggregazioni provinciali che sarebbe auspicabile caratterizzi il nuovo mandato in coerenza con le direttrici di riforma di Confindustria imperniate, quale configurazione ottimale, sulla dimensione “a perimetro regionale”».

In sostanza, Udine sposta il tiro. E posticipa la scelta della presidenza alla coraggiosa riforma verso una Confindustria unica. Tutto questo, si precisa, dopo una riunione «che si è svolta in un clima di serenità e con impegno costruttivo per assicurare agli associati una rappresentanza forte con servizi di qualità e riduzione dei costi cui il disegno di aggregazione regionale è rivolto». Riunione, si aggiunge, «senza prevenzioni, verso la candidatura Bono». Fatto sta che Udine, prima di esprimersi, procederà, attraverso i capigruppo, «a un ulteriore approfondimento con la base associativa per poi riportare la sintesi dell’opinione degli associati a livello regionale». Se ne riparla, ma non troppo in là. Giovedì prossimo il consiglio direttivo si riunisce per esaminare l’esito della consultazione «e definire la posizione sulla presidenza di Confindustria regionale».

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