Presenza al 50% con più bus e controlli anti assembramenti: tutto quello che c'è da sapere sul rientro a scuola a Trieste

E' stata diramata la circolare di Regione e Ufficio scolastico con le coordinate operative in vista della riapertura delle superiori di lunedì 1° febbraio. Previste deroghe sugli alunni in presenza. Aggiornato anche il piano di trasporto pubblico locale, con bus potenziati in concomitanza delle ore di ingresso e uscita dalle scuole. Previsti addetti anti-assembramenti nelle zone più critiche.
Ragazzi a scuola ai tempi del coronavirus
Ragazzi a scuola ai tempi del coronavirus

TRIESTE Rientro in presenza del 50% degli iscritti. Addetti anti assembramento in strada. Autobus potenziati. Sono le coordinate che, lunedì prossimo, scandiranno per gli studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia il ritorno tra i banchi di scuola, dopo mesi di assenza, ordinanze, ricorsi al Tar e mille incognite.

A cinque giorni dalla data fatidica, è stata ieri una circolare congiunta dell’Ufficio scolastico regionale e della Direzione regionale dell’Istruzione a dare le “istrzioni per l’uso”. Non diktat o ordini, ma raccomadazioni rivolte ai dirigenti scolastici. La prima è quella di riportare in classe il primo febbraio in presenza appunto il 50% dei ragazzi, seguendo quindi le norme nazionali che prevedono un raggio d’azione tra il 50% e il 75%. Il documento tecnico «raccomanda in maniera prudenziale e responsabile – spiega l’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen – di mantenere questa percentuale per il rientro».

«Nel momento in cui cessano gli effetti dell’ordinanza regionale attuale (emanata il 16 gennaio con termine il 31 gennaio, ndr) – prosegue Rosolen – si rientra a scuola come da Dpcm del 14 gennaio, quindi non serve un’altra ordinanza, perché non è prevista in Friuli Venezia Giulia l’applicazione di misure più restrittive».

Leggi il testo integrale della circolare

Le deroghe

La circolare comunque non vieta eventuali deroghe fino al 75% della presenza. Percentuale che di fatto potrebbe essere facilmente raggiunta se si calcolano anche attività extra scolastiche come i laboratori negli istituti tecnici. «A monte di questo discorso esiste il principio di autonomia scolastica – chiarisce Rosolen -, sancito dalla Costituzione. Perciò chiunque voglia derogare a una raccomandazione può farlo. È evidente tuttavia che il punto non è l’aula della lezione, ma il rapporto tra mobilità e contagi: per questo, è necessario trovare un punto di equilibrio e immaginare che le percentuali per le lezioni in presenza possano aumentare progressivamente, con un contestuale, auspicabile, calo della curva del contagio».

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Lasorte Trieste 10/11/20 - Scuola Da Vinci, Banchi con le ruote

I trasporti

Restano invece invariati rispetto allo scorso dicembre i piani operativi presentati allora dai prefetti di Trieste, Gorizia, Pordenone e Udine per il ritorno a scuola in sicurezza da un punto di vista logistico, prevedendo un aumento dei mezzi di trasporto in base all’orario d’ingresso e uscita nelle finestre tra le 7.45 e le 9.15 e tra le 11.55 e le 16.15. Per le fermate più critiche, come quella di piazza Oberdan, a Trieste, per esempio ci sarà anche l’ausilio di volontari della Protezione civile in chiave anti-assembramento: sono previsti quasi 50 addetti in tutto il Friuli Venezia Giulia. «È stata sensibilizzata la Questura nel coordinare un piano tecnico per un eventuale intervento delle forze dell’ordine - spiega il prefetto Valerio Valenti – , segnalato da una rete di osservatori composta da volontari, autisti e presidi».

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Autobus a Trieste


Il trasporto è stato incrementato con 491 corse dei bus, di cui 51 a Trieste, 256 a Udine, 90 a Pordenone e 94 a Gorizia. Poi ci sono 110 mezzi noleggiati in aggiunta dalla Regione presso dei privati: 4 a Trieste, 60 a Udine, 30 a Pordenone e 16 a Gorizia. Previsti anche otto treni in più di Trenitalia per Pordenone, nove corse aggiuntive a Udine e otto sulla Ferrovia Udine-Cividale sempre per il capoluogo friulano.

L'orario completo dei bus potenziati



Il commissario di governo, per il capoluogo giuliano, ha coordinato il tavolo locale. Le indicazioni, elaborate con Regione, Trieste Trasporti, Comune, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ufficio scolastico regionale (anche con il rappresentante provinciale) e Trenitalia, prevedeva l’ingresso del 75% dei ragazzi a scuola, quindi un margine più ampio rispetto a quello imposto ora al 50%. 

In attesa di tornare in classe, gli studenti delle superiori di Trieste alzano la voce. Lo fanno con una lettera rivolta a Regione, Comune e Prefettura, in cui vengono messe nero su bianco le loro richieste per un rientro in sicurezza. A scrivere il testo sono stati i rappresentanti d’istituto di Da Vinci-Carli-Sandrinelli, Carducci-Dante, Petrarca, Galilei, Deledda-Fabiani, Oberdan e Nautico. Si sono riuniti a distanza lunedì sera e hanno scritto le proprie proposte, precise e condivise.

Al primo posto c’è la richiesta di un piano di trasporto pubblico disposto in base al numero di studenti iscritti in ogni scuola e alle caratteristiche di ciascun comprensorio. I ragazzi domandano poi scaglionamenti più attenti negli orari di entrate e uscita e un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni, di cui desiderano diventare interlocutori abituali. «Il presidente della Consulta studentesca - dicono - dovrebbe sedere al tavolo del prefetto quando si parla di interventi che riguardano la scuola, portando avanti le istanze degli studenti del territorio, che avrà prima raccolto tramite sondaggi».

I ragazzi, insomma, hanno idee chiare e voglia di tornare in classe, ma solo se sarà in sicurezza. «Finora non è stato così - commenta Clara Capraro, rappresentante del Deledda-Fabiani -. Abbiamo bisogno di essere ascoltati, perché c’è il desiderio di tornare in classe ma a determinate condizioni». «Una di queste - spiega Luis Sulas, rappresentante della stessa scuola - riguarda gli orari, che vanno scaglionati all’interno della scuola, tanto più qui da noi dove gli istituti in pratica sono due. E poi vogliamo partecipare alle decisioni, per poter contare su una rappresentanza di ragazzi nelle riunioni con il Prefetto».

A rispondere ai ragazzi è stato il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che in un video su Facebook ha assicurato il suo "appoggio incondizionato" ai ragazzi, assicurando che la scuola resta una priorità:

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