“Prenotati” venti parti a Sempeter

Rinnovato l’accordo transfrontaliero: 24mila euro all’ospedale sloveno (1200 a nascita) ma nel 2014 utilizzato solo 2 volte
L'ospedale di Sempeter
L'ospedale di Sempeter

L’Azienda Bassa friulana-Isontina rilancia sulle nascite in Slovenia, all’ospedale di Sempeter Vrtojba. Ma attenzione: il tutto non è un effetto del parto in ambulanza perché la decisione è stata presa in una data precedente ed è passata praticamente sotto silenzio, non pubblicizzata. Ma spulciando attentamente l’albo pretorio dell’Ass 2 ecco emergere il decreto del direttore generale contrassegnato dal numero 73 e intitolato “Rinnovo accordo transfrontaliero per l’utilizzo del Punto nascita dell’ospedale “Splosna Bolnisnica-Dr Franca Derganca” di Sempeter”. Già dal titolo si capisce tutto.

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Il piccolo Dimitri Coco (Bumbaca)

Sì, la neonata Azienda sanitaria (e, quindi, la Regione) ha deciso di continuare a dare questa possibilità alle mamme sia di Gorizia che di alcuni paesi che gravitavano sul Punto nascita, ormai defunto, del San Giovanni di Dio. Una decisione presa nonostante, nel 2014, siano state soltanto due le gestanti goriziane, non di tutto l’Isontino, che hanno optato per questa possibilità.

La lettura del decreto è molto interessante perché fornisce anche una previsione, probabilmente sin troppo ottimistica, del numero di parti che si prevede verranno effettuati al di là del confine che non c’è più, con relativa copertura finanziaria. Innanzitutto, si potrà continuare a partorire anche “di là” sino al 31 dicembre 2015: le condizioni saranno praticamente le stesse già applicate nel 2014 fra l’ospedale di Sempeter Vrtojba e l’Ass Isontina (allòra non c’era ancora il nuovo soggetto che raccoglie pure l’ex azienda della Bassa friulana). In pratica, potranno usufruire di questo servizio le partorienti non solo di Gorizia ma anche di Farra d’Isonzo, Mossa, San Floriano del Collio, San Lorenzo Isontino e Savogna d’Isonzo: donne - è scritto a chiare lettere nel decreto firmato dai direttori Antonio Poggiana e Laura Regattin oltreché dal coordinatore socio-sanitario Gianfranco Napolitano - «seguite nel corso della gravidanza dagli ambulatori ospedalieri di Gorizia o del Distretto sanitario Alto Isontino».

Punto nascita, no al presidio a Gorizia
Una protesta contro la chiusura del Punto nascita in una foto di archivio

Altrettanto interessante l’aspetto finanziario. L’Azienda sanitaria prevede 20 parti oltreconfine al costo di 1.200 euro cadauno. Per questo è già stata riservata una posta di 24mila euro complessivi che andranno a “coprire” le eventuali nascite a Sempeter Vrtojba. Forse, dicevamo, la previsione è sin troppo ottimistica, considerato che non c’è stata certamente la fila di future mamme pronte a vivere il lieto evento all’ospedale sloveno. Ma l’atto ha la sua valenza perché significa che l’Ass Bassa friulana-Isontina, ma soprattutto la Regione, considerano che si tratta un servizio importante, quasi irrinunciabile, in una città privata dal suo Punto nascita.

Sullo sfondo, la questione della lingua innescata nei mesi scorsi da Fabrizio Oreti (Per Gorizia). «Siamo certi che medici e infermieri sappiano comunicare con un’eventuale paziente italiana?», la domanda volutamente provocatoria che rivolse alla Regione l’onnipresente consigliere comunale.

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