Prende forma la “necropoli” al Campo 32
Loculi per tutti. La fame di tombe, nonostante il crescente numero di cremazioni, continua. «È opportuno precisare che il Comune non ha alcun obbligo di costruire aree per la concessione di sepolture private nei cimiteri ma lo fa solo in ragione di opportunità politiche, economiche e sociali», spiegano sul sito dell’AcegasApsAmga, che dal primo giugno 2000 gestisce i servizi funerari e cimiteriali per conto del Comune di Trieste. Ovvero si investe nell’aldilà (in loculi) per ottenere consenso nell’aldiquà. Nel caso di Trieste si parla di otto milioni di di euro per il nuovo impianto di sepoltura del Campo 32, situato nella parte alta del cimitero di Sant’Anna. Quasi cinquemila loculi disposti su quattro file, lungo una rete infinita di corridoi sotterranei. Una vera necropoli.
«Un luogo, vastissimo, che quasi tutti i triestini non vedranno mai. Ma dove tutti noi siamo destinati, meglio tardi che prima, a soggiornare a lungo», scriveva Paolo Rovis, consigliere di Trieste Popolare, durante un recente sopralluogo. È stato lui da assessore nel 2009 a darei inizio all’opera il cui completamento è previsto entro il 2017. Sono già stati spesi circa sei degli otto milioni di euro programmati.
Nell’attesa ci cerca di fare posto alle estumulazioni. A fine settembre sono iniziate quelle al Campo 11. È un procedimento che periodicamente investe tutte le aree del cimitero: dopo dieci anni dalle sepolture, è indispensabile trasferire i resti negli ossari. Complessivamente al Campo 11 ci sono 5.760 loculi. Non potendo procedere contemporaneamente per tutti, visto il numero molto impegnativo, si è deciso un intervento per tranche: quest’anno si comincerà con le prime 1.440 estumulazioni, che corrispondono esattamente a un quarto del totale dei loculi presenti. Lo stesso si farà nel 2016 e nel 2017, per finire il tutto nel 2018 con le ultime estumulazioni del Campo 11.
Nei primi mesi del 2016 partiranno i lavori di manutenzione per il colonnato monumentale di Sant’Anna: il Comune ha già accantonato nel Piano delle opere un milione e 50mila euro. «Giacciano qui - come riporta Roberto Curci nel libro “I cimiteri di Trieste. Un aldilà multietnico” - non solo possidenti e capitani d’industria, spedizionieri e armatori, conti e baroni; ma anche un valente architetto, Domenico Corti, e un osannato cultore della storie e delle lettere patrie, Domenico Rossetti de Scander». (fa.do.)
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