Premi ai “regionali” da 1.586 a 2.074 euro

Dai 1.586 euro per la categoria base, la A, ai 2.074 euro di un funzionario. Sono gli importi massimi che la giunta destina in via definitiva ai dipendenti della Regione, area non dirigenti, come premi per il lavoro a Palazzo dal 2011 al 2013. Somme virtuali, spiega il sindacato, «dato che nessuno ha raggiunto il 100% degli obiettivi assegnati all’inizio di ciascun anno». Ma, per chi ci è andato almeno vicino, la busta paga di marzo, questa è la previsione, conterrà, seppure in ritardo, il riconoscimento di 1.500 euro medi una tantum.
La preintesa del 2 dicembre scorso finisce sul tavolo della giunta per il via libera all’accordo negoziale aziendale che distribuisce 6 milioni di premi ai dipendenti. L’allegato approvato dall’esecutivo contiene tutte le cifre degli arretrati maturati dal 2011, con il riparto categoria per categoria. Il premiale di tre anni fa è quello con gli importi più bassi, dato che rimaneva da distribuire solo il saldo (452.645 euro, un totale di 2.635.096 euro compreso l’anticipo), 166 euro corrispondenti al 100% degli obiettivi. Per il 2011 si va a conti fatti dai 649 euro della categoria A agli 873 della D, passando per i 678 della B e i 783 della C.

Tutti ancora da erogare, invece, i premi per il biennio successivo. Le somme a disposizione sono 2.797.641 euro per il 2012 e altrettanti per il 2013, soldi che serviranno a riconoscere 710 euro alla categoria A, 742 alla B, 856 alla C e 954 alla D. La consuntivazione della valutazione riferita al 2013 va ancora conclusa, ma gli importi massimi non si discosteranno da quelli del 2012, effetto del criterio che spalma le risorse per l’80% in base alla consistenza del personale in servizio nella struttura direzionale di riferimento rapportata agli addensamenti nelle singole categorie e per il 20% al grado di raggiungimento degli obiettivi collettivi parametrato al numero dei dipendenti di ciascuna struttura direzionale. Se, come fanno sapere i sindacati, a marzo la Regione metterà a disposizione il complesso degli arretrati, si sommeranno dunque i 166 euro del saldo 2011 e i premi interi del 2012 e del 2013. Calcolando l’80% degli obiettivi raggiunti, la media si aggira sui 1.500 euro pro capite.
Restano da definire gli importi del premio 2014, una partita su cui la Regione si impegna a comunicare alle parti sindacali una volta operata la quantificazione delle risorse per l’anno in corso.
Nella delibera approvata prima di Natale si trova anche l’altra parte chiave dell’accordo tra la delegazione trattante di parte pubblica guidata dal direttore generale Roberto Finardi e i sindacati, quella sull’indennità di mensa. Dal primo gennaio 2015, viene ufficialmente disposto dalla giunta, la quota finora corrisposta a tutti i dipendenti (per un lordo di circa 11 euro per i dirigenti e 11,70 per i non dirigenti, che rappresentava però un costo aziendale di circa 15,50 euro, comprensivi di oneri riflessi) viene sostituita da un buono pasto giornaliero, anche elettronico, del valore netto di 7 euro. Una novità che di fatto dimezza il costo di questa voce per la Regione da 5 a 2,6 milioni di euro.
Il braccio di ferro ha visto la giunta far valere le indicazioni del governo sulla base della spending review del luglio 2012, rimasta inapplicata su quel fronte per due anni e mezzo in Fvg. In quel decreto legge si prescrive infatti che il valore dei buoni pasto attribuiti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione non può superare il valore nominale di 7 euro. Il buono pasto (contrariamente a quanto avveniva per l'indennità di mensa) è esente da contribuzione e imposizione fiscale sino alla cifra di 5,29 euro, cosicché all'azienda gli oneri riflessi pesano solo sul restante 1,71 euro.
Nell’intesa è pure previsto che il risparmio rispetto alla situazione precedente venga dirottato a un fondo «per interventi di politica sociale mirati al contrasto di situazioni di maggior disagio che la crisi economica sta creando».
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