Preferenze, è il leghista Roberti il “re” dei consensi
TRIESTE. Sorprese, delusioni, schiaffoni veri e che fanno male. Il gioco delle preferenze crea strani effetti. Mettersi in pista, tutto sommato, è facile. Valutare il “dopo” molto meno. Perchè ne va del proprio orgoglio personale, in prima battuta. Prendere tre voti non attizza certo l’autostima.
Per questo avranno passato probabilmente una bella serata, ieri, Pierpaolo Roberti della Lega Nord e Michele Lobianco di Forza Italia. Il primo manda a referto ben 1095 voti personali e ipoteca in qualche modo, in caso di vittoria di Roberto Dipiazza, la poltrona di vicesindaco. Il secondo, ex “figlioccio” di Roberto Menia, nella nuova esperienza azzurra introita addirittura 1043 voti. Da dimenticare, nella città dei pensionati, la prestazione dell’omonimo partito: 249 voti in tutto con il leader Ferone superato nettamente da Marturano.
Ma il colpo di scena arriva sempre in casa padana, con il secondo posto dello sceriffo dei “Topolini”, del “tutor” di piazza Libertà, del distratto “ilikeatore” di post antisemiti su facebook, il pugile Fabio Tuiach, che di voti ne raccatta ben 523. E che dedica il piazzamento «come regalo di nozze al sindaco Dipiazza». Tenerone.
A sinistra, o a centrosinistra che dir si voglia, l’exploit vero è quello di Fabiana Martini del Pd, passata in cinque anni da “esiliata” della Curia ad assessore e adesso a più votata del Pd con 919 preferenze. La segue l’assessore uscente Antonella Grim, con 780 voti e, ben distante, Giovanni Barbo con 500. A proposito, vita dura per gli altri assessori. Se, infatti, Laura Famulari è buona quinta con 472 voti, Roberto Treu risulta ottavo (346). E ancora peggio è andata a quelli che hanno scelto la via della lista civica Insieme per Trieste. Scontata l’elezione di Maria Teresa Bassa Poropat (437), qui l’ingombro arriva dallo stesso Cosolini che dovrebbe essere eletto in questa formazione, negando l’accesso a Roberto Decarli (secondo con 279), Uberto Drossi Fortuna (244), Elena Marchigiani (229) e Andrea Dapretto (220). Semprechè al ballottaggio non si manifesti il miracolo.
Da ricordare ancora l’eterno effetto Roberto De Gioia, che stavolta correva con i Verdi-Psi della bicicletta. A prescindere dai destini del sindaco uscente i suoi 122 voti gli garantiranno un posto in Consiglio.
Umore nero, infine, tra gli indipendentisti. Massimo De Palma, fedele collaboratore di Giorgio Marchesich e del suo Fronte per l’Indipendenza si ferma a 52 voti, Vito Potenza con la sua Lista Civica coagula praticamente i voti del baretto sotto casa, più che doppiato da Nicola Sponza di Uniti per Trieste, cui non è servito l’effetto Daniele Pertot, arenatosi a 32 voti.
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