Precipita C-130 a Pisa, muore pilota triestino

Il maggiore Cavezzana lascia la moglie e una bimba di 15 mesi. Il comandante della Pan: «Un grande professionista»
TRIESTE
Era il più esperto pilota di C-130 in servizio attivo in Italia, il maggiore Bruno Cavezzana, nato a Trieste 40 anni fa e morto ieri nei pressi dell’aeroporto di Pisa assieme a quattro colleghi della Quarantaseiesima Brigata aerea. Stavano compiendo un volo di addestramento e il loro C-130J, secondo le prime testimonianze, è si è avvitato ed è precipitato al suolo a pochi metri dai binari dalla linea ferroviaria Pisa - Collesalvetti - Cecina, una tratta secondaria della Tirrenica.


Il grosso quadrimotore a turbina, adibito al trasporto, si è subito incendiato e per l’equipaggio non c’è stato nulla da fare. Erano le 14.10 e nella zona sono subito affluiti pompieri, carabinieri, uomini del vicino aeroporto ma anche curiosi, richiamati dalla colonna di fumo che si levava dal relitto. Oltre al maggiore Bruno Cavezzana sono morti nello schianto i tenenti piloti Gianluca Minichino, 28 anni, originario di Napoli e Salvatore Bidello, 39 anni di Sorrento, nonché i marescialli Maurizio Ton, 44 anni di Pisa e Gianluca Larice, 39 anni di Mestre. L’incidente è avvenuto in fase di decollo, quando l’aereo si trovava a un centinaio di metri di quota. Difficile al momento formulare ipotesi credibili sulle cause dello schianto. Certo è che non si è trattato di un guasto ai motori.


«L’aereo era in volo di addestramento e a bordo c’erano solo cinque persone. In sintesi era pressochè vuoto e in queste condizioni un C-130 può decollare facilmente anche con due soli motori efficienti» ha spiegato un pilota militare triestino. Difficile pensare anche a un errore umano. «Bruno Cavezzana era un pilota eccezionale; ho volato con lui e ho subito capito che era un gradissimo professionista» ha affermato ieri in serata il tenente colonnello Nicola Tammaro, comandante della Frecce Tricolori. Il 14 settembre scorso il pilota triestino morto ieri, era ai comandi del C-130 dal quale un buon numero di reporter avevano fotografato nel cielo di Roma le evoluzioni degli Aermacchi Mb 339 della Pattuglia acrobatica nazionale.


«Non era un caso che lo avessero scelto per compiere quel volo complesso che richiedeva una persona estremamente in gamba» ha aggiunto il comandante delle Frecce Tricolori. «Mio figlio era in Aeronautica da vent’anni. Era un entusiasta e non mi sembra possibile ciò che ci è piombato addosso solo poche ore fa. Vorrei che fosse una cosa inventata» ha affermato senza più lacrime Silvano Cavezzana, parlando in serata con i giornalisti nella sua casa di via dell’Eremo 12/1. Dolore indicibile anche nella villetta a schiera di Ponsacco, nei presi di Pisa, dove il maggiore Cavezzana abitava dal 2005 con la moglie Sabrina Martinelli.


Nell’agosto del 2008 era nata la loro figlia, Emma. Attorno all’abitazione sorvegliata dai carabinieri in serata si sono raccolti giornalisti e curiosi. «Cercate di rispettare e il dramma della famiglia» hanno affermato i militari dell’Arma azzurra. Intanto si è già avviata l’ìnchiesta dell’Aeronautica che cercherà di stabilire le cause del disastro. Sono emerse varie voci incontrollate. C’è chi parla di un’ala che avrebbe toccato il terreno nel corso di una manovra ostacolata dal forte vento, chi di un principio d’incendio sviluppatosi a bordo. Sono iniziate anche le polemiche politiche e c’è chi ha già chiesto il fermo a terra di tutta la flotta dei 34 C-130 italiani. Durante la seduta del Consiglio comunale il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, ha affermato «che la città si stringe alla famiglia del maggiore Cavezzana, in una giornata dolorosa per tutti i triestini». Poi il sindaco ha espresso ai familiari dell'ufficiale deceduto, «il suo personale cordoglio e di tutta l’amministrazione comunale».

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