Pozzuolo, spiragli sulla permanenza

Il sindaco di Gorizia Ettore Romoli incontra il ministro della Difesa Mario Mauro. Poco o nulla trapela dalla riunione ma se la brigata se ne andrà, potrebbe arrivare da Opicina il reggimento Piemonte
Di Francesco Fain

Pozzuolo, non è detta l’ultima parola. È quanto trapela dall’incontro che il sindaco ha avuto a Roma con il ministro della Difesa, Mario Mauro: una riunione svoltasi martedì scorso ma rimasta segreta e riservata sino ad oggi.

La bocca di Romoli, per la verità, rimane cucita, «nel rispetto - dice - dell’impegno e dell’interesse manifestati dal ministro». E si affida a un minuscolo comunicato stampa redatto dall’ufficio stampa del ministero, che recita così: «Nella giornata di martedì 7 agosto, l’onorevole Ettore Romoli, sindaco della città di Gorizia, ha incontrato il ministro della Difesa, senatore professor Mario Mauro, al quale ha illustrato le problematiche inerenti alla riorganizzazione delle unità dell’esercito presenti nella zona. Il ministro, preso atto della situazione, ha confermato il suo impegno ad approfondire la problematica con gli attori coinvolti e ad individuare le soluzioni più razionali, nell’interesse di tutti».

Quest’ultimo passaggio è quello importante. Mauro non dice che la decisione è presa e non si torna indietro ma che la problematica verrà approfondita. Quindi, qualche barlume di speranza c’è. Anche perché, oltre al danno morale, non vanno sottovalutate le conseguenze economiche dello scioglimento della brigata Pozzuolo. Sono proprio queste a lasciare il segno e a incidere in una situazione già difficile, in cui la Zona franca non c’è più e ciò ha avuto ripercussioni catastrofiche su alcuni settori economici particolari quali, per esempio, quelli degli autostrasportatori, dei tabaccai e dei benzinai. Ebbene: Gorizia verrebbe a perdere l’intero ammontare degli stipendi erogati al personale di servizio della Pozzuolo (a cui vanno aggiunti anche i redditi dei coniugi occupati) pari a circa un milione di euro. E questo significherebbe, dunque, quasi altrettante risorse che verrebbero ad essere sottratte al commercio locale.

Certo, appare molto difficile che si possa tornare indietro. E allora si sta lavorando al cosiddetto “piano B” che prevede, quantomeno, la presenza di un reparto che compensi l’addio della Pozzuolo. Anche se Romoli non conferma nè smentisce, uno dei nomi più gettonati è quello del Reggimento Piemonte Cavalleria che potrebbe lasciare l’attuale e fatiscente caserma Brunner di Opicina per venire a Gorizia, nell’attrezzata Montesanto di Gorizia, «con il risultato conseguente di migliorare efficienza, efficacia ed economicità della scelta ministeriale, evitando così sprechi derivanti da investimenti senza scopo e possibili rischi di danni erariali», aveva scritto di recente in un’interpellanza il consigliere regionale pidiellino Rodolfo Ziberna.

Un’altra possibilità, ne parliamo più diffusamente a fianco, è quella di insediare nella città di Gorizia il “Multinational Cimic Group-Mcg”, il reparto multinazionale della Nato, a guida italiana, dedicato all’addestramento di unità di specialisti nell’opera di soccorso e di ricostruzione di aree sconvolte da conflitti. Se son rose, fioranno.

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