Pozzuolo, slitta “sine die” la partenza

Ma la città non sarà smilitarizzata. Il sindaco Romoli è cautamente ottimista: «Se la chiuderanno, ospiteremo un altro reparto di nuova formazione»
La manifestazione pro Pozzuolo del febbraio 2013
La manifestazione pro Pozzuolo del febbraio 2013

Sembrava che la pratica dovesse concretizzarsi in quattro e quattr’otto. Già nel corso del 2013. Invece lo scioglimento della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” ha conosciuto se non uno stop un evidente rallentamento. I militari sono ancora a Gorizia e quanto paventato nei mesi scorsi (ci fu anche una manifestazione a furor di popolo che culminò con i discorsi delle autorità in piazza Cesare Battisti) non si è ancora concretizzato.

Che cosa sta succedendo? Si è riaccesa la luce? È scongiurato l’addio alla Pozzuolo? Vuoi vedere che a Roma hanno cambiato idea? Sono domande ricorrenti che i goriziani, sottotraccia, si pongono. E allora abbiamo “girato” tali quesiti al sindaco Ettore Romoli che, effettivamente, qualche sprazzo di speranza lo fornisce. Anche se la cautela da parte sua è massima perché, comunque, la questione non dipende da lui e nemmeno dalle autorità locali.

Sindaco, facciamo un riassunto della situazione e partiamo da un dato oggettivo: la Pozzuolo è ancora qui...

Vero. Improvvisamente, quello che doveva essere uno scioglimento da concretizzarsi repentinamente ha subìto un vistoso rallentamento: di questo, ce ne siamo accorti tutti. Ricordo che la Brigata doveva essere chiusa già nel corso del 2013. Siamo arrivati ad agosto 2014 e notizie, in questo senso, non ci sono. Anzi, ci sono alcuni elementi concreti come la nomina del nuovo comandante (che normalmente deve svolgere almeno due anni di comando) e il mancato trasferimento di alcuni ufficiali a sedi alternative rispetto a quello goriziana che fanno ben sperare.

Quindi, la Pozzuolo è salva?

Andiamoci cauti. Va detto che prima e dopo il recente concerto di Redipuglia ho avuto due incontri molto interessanti. Ho parlato con il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Claudio Graziano e gli ho chiesto come andrà a finire con la Pozzuolo.

Se ne va il primo “pezzo” della Pozzuolo

La sua risposta?

Mi ha detto che andrà a finire “come deve finire, ma con molta calma”. L’altro incontro l’ho avuto con il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, al quale avevo indirizzato una lunga memoria sull’argomento. Cosa mi ha detto? Ha ipotizzato margini ancora più ottimistici.

E allora è fatta?

Direi che qualche ripensamento a livello ministeriale è indiscutibilmente avvenuto forse anche per il cambio dello scenario internazionale. Ricordo, infatti, che la Pozzuolo è una delle punte di diamante del nostro esercito per le missioni all’estero e in un momento turbolento come questo la sua esistenza è di assoluta rilevanza. Non dimenticherei poi un’altra cosa.

Quale?

La pressione che il territorio ha esercitato sui vertici militari. Quello che dispiace è che si rischia di perdere, in un momento particolarmente complicato nello scenario internazionale del Mediterraneo, l’indiscussa professionalità dela Brigata che potrebbe essere utilizzata in nuovi focolai di crisi che si stanno delineando. Comunque, continueranno i nostri tentativi di tenere in vita la Pozzuolo: ho invitato il sottosegretario Alfano a Gorizia. Mi auguro che questa visita possa concretizzarsi a settembre/ottobre.

E se questo (ulteriore) tentativo dovesse fallire?

Alcune voci che ho raccolto lasciano intendere che, qualora la Pozzuolo dovesse andare incontro al suo destino così come ipotizzato dal Capo di Stato Maggiore, a Gorizia potrebbe essere destinato un altro reparto di nuova formazione che rimpiazzerebbe, quantomeno sul piano numerico, l’attuale organico della Brigata Pozzuolo. Mi piace pensare che anche in questa occasione l’unità d’intenti che la città ha dimostrato possa aver ottenuto un risultato positivo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo