Pozzuolo, mobilitazione dei sindaci
Ettore Romoli mobilita i sindaci isontini contro la decisione di sciogliere la brigata Pozzuolo. «L’occasione sarà la riunione, già convocata nei giorni scorsi per lunedì alle 16.30, nella sala del consiglio comunale. L’appuntamento assume una valenza particolare nell’ottica di un’ulteriore offensiva per bloccare questa scelta per noi penalizzante. Siamo, peraltro, in contatto, con le associazioni d’arma e altre realtà cittadine per un’iniziativa di sensibilizzazione».
Il sindaco mastica amaro. «Non si possono cambiare le carte in tavola in questo modo», dice e ricorda come «nel gennaio del 2010, ovvero 3 anni fa, l’allòra capo di Stato maggiore dell’esercito, Giuseppe Valotto, in un incontro promosso dal sottoscritto in municipio, dichiarò pubblicamente che la Pozzuolo, in odor di trasferimento a Udine, sarebbe rimasta a Gorizia e ci sarebbe stata solo una razionalizzazione delle strutture, con l’adeguamento della caserma Montesanto e la vendita delle caserme del Fante e Guella. Il Comune offrì, in tal senso, la massima disponibilità a sostenere questa operazione: si trattò di un vero accordo Stato-Comune. Il generale Valotto è andato in quiescenza solo un anno fa, tornando peraltro a Gorizia per l’occasione, dove ricevette il sigillo trecentesco della città e, da allora, sono state cambiate le carte in tavola. Ma non basta - prosegue il sindaco -. Quando ho cominciato a sentire nuove voci di trasferimento, questa volta non a Udine ma a Bologna, comprendendo che l’intesa era stato tradita, mi sono subito attivato per capire cosa c’era di vero e, nel giugno di quest’anno ne ho parlato anche con il sottosegretario alla Difesa, Gianluigi Magri, al quale ho esposto la situazione parlando anche della riconversione della caserma del Fante, come riportato dalla stampa stessa».
Aggiunge Romoli: «Da settembre ho cominciato nuovamente il pressing su governo e Parlamento, recandomi personalmente a Roma per parlare con esponenti di varie forze politiche e con i presidenti delle commissioni specifiche di Camera e Senato, dove si stava discutendo la riorganizzazione delle realtà militari, inviando anche, su esplicita richiesta, una serie di lettere in cui si evidenziano i danni che la partenza della Pozzuolo avrebbe creato sul territorio. E si parlava ancora di trasferimento a Bologna. Poi, la situazione politica è precipitata - rimarca il sindaco - con il rinvio di tutte le riforme importanti, tranne, guarda caso, quella relativa alla riorganizzazione dell’esercito. Perché, mi chiedo, questa fretta di sciogliere la brigata Pozzuolo senza attendere l’insediamento del nuovo parlamento e del nuovo governo?»
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