Posto pubblico e partite Iva: a Gorizia Romano ancora nel mirino
GORIZIA Una vignetta satirica che diventa una miccia, e la condivisione sui social network che la accende, infiammando subito la polemica. La diatriba vede protagonisti da una parte, ancora una volta, l’assessore comunale al Welfare Silvana Romano e dall’altra i sindacati, e segnatamente la Cisl Funzione pubblica, a conferma anche di quanto il difficilissimo momento economico e sociale legato all’emergenza sanitaria finisca per elevare tensioni e sensibilità fotografate anche dalle piazze.
Nei giorni scorsi l’assessore Romano ha condiviso sulla propria pagina Facebook personale una vignetta che proponeva due disegni con altrettante immagini simboliche. Nella prima un uomo profondamente addormentato, con le coperte rimboccate e sul volto l’espressione beata di chi riposa senza pensieri. Sotto, invece, un altro uomo a letto, ma questo volta girato su un fianco, mezzo scoperto e soprattutto con gli occhi sbarrati, le occhiaie e il volto scavato dall’insonnia, evidentemente tormentato. Poi, ed ecco l’elemento scatenante della polemica, due didascalie a caratterizzare le immagini: su quella del sonno senza pensieri la dicitura “Posto fisso/statali”, su quella dell’insonnia, “Partita Iva”.
L’assessore Romano non ha aggiunto alcun commento scritto alla vignetta condivisa, ma il messaggio da essa veicolato (o quantomeno una sua interpretazione) ha messo sul piede di guerra i sindacati, che vi hanno visto «accuse poco velate» ai dipendenti pubblici rappresentati come una categoria privilegiata. «È l’ennesima dimostrazione del rispetto che alcuni politici hanno per i lavoratori di questo settore – spiega il segretario generale regionale della Cisl Funzione pubblica, Massimo Bevilacqua –. Tanto per cominciare sembra opportuno ricordare per l’ennesima volta che buona parte del Paese impegnata nello sforzo contro il Covid è rappresentata da quei lavoratori pubblici sbeffeggiati. Ci piacerebbe, ma è utopia, che un’assessora si prodigasse per i lavoratori che da mesi rischiano la vita negli ospedali, nelle case di riposo, negli asili, negli uffici e sulle strade per garantire un servizio pubblico senza spesso avere gli strumenti adeguati. Vedersi ridicolizzare per i propri diritti da chi amministra il bene pubblico è vergognoso. La politicante si preoccupi di fare applicare le norme sulla sicurezza del suo ente, prima di gettare fango su chi fa il proprio dovere».
La vignetta finita nell’occhio del ciclone è stata ben presto rimossa dalla pagina, ma in ogni caso Romano respinge al mittente le accuse spiegando il senso della suo gesto. «Mi sono limitata a condividere una battuta, un’ironia che evidentemente non tutti capiscono, ma che non voleva assolutamente sbeffeggiare nessuno, men che meno i dipendenti pubblici – dice Romano –. Chi si sente offeso, però, probabilmente non vede la realtà attorno a lui, perché pur con ironia la vignetta fotografa una situazione che nel mio ruolo di assessore al Welfare osservo purtroppo quotidianamente. Tanto nel pubblico quanto nel privato ci sono lavoratori eccezionali o meno bravi, ma è un dato di fatto che in questa fase storica chi ha uno stipendio fisso o una pensione dignitosa quando va a dormire la sera può farlo per fortuna senza il timore di non avere i soldi per pagarsi la cena, una bolletta o i pannolini per i figli, mentre tra i dipendenti di una cooperativa o le partita Iva probabilmente c’è chi non chiude occhio pensandoci». —
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