Posto fisso ai dirigenti-precari a Trieste. Via libera della giunta Dipiazza
TRIESTE Il Comune stabilizza i dirigenti “precari” e i sindacati scendono sul piede di guerra. L’apposita delibera, resa possibile da un emendamento all’ultima legge omnibus regionale, è passata ieri in giunta municipale. La riunione è stata preceduta, nella giornata di mercoledì, da un vertice delle forze di maggioranza composto da alcuni eletti a Palazzo Cheba nonché da qualche assessore comunale e regionale. Dopo che le notizie si sono rincorse per tutto il giorno, in serata è arrivata la conferma di Roberto Dipiazza. Interpellato a riguardo, il primo cittadino ha risposto così: «Sì, ieri (l’altro ieri per chi legge, ndr) ho presentato la delibera sui dirigenti alla maggioranza e successivamente è passata in giunta, assieme al Piano particolareggiato per il centro storico. D’altronde quando sono arrivato, nel 2001, i dirigenti erano oltre 60, mentre adesso sono solo 27».
La premessa è che a giugno il Consiglio regionale aveva appunto dato l’ok a un emendamento, vergato dagli uffici dell’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, che autorizza i Comuni a stabilizzare alcuni dirigenti attualmente a tempo determinato. I requisiti? Aver lavorato per l’ente locale per almeno 36 mesi in cinque anni, innanzitutto, e poi superare una «prova di verifica di idoneità professionale». Il provvedimento può inoltre coprire al massimo il 50% dei posti disponibili.
A Trieste gli interessati dalla norma in teoria sono nove: trattasi di manager il cui incarico finirebbe nel 2021, all’unisono con lo scadere del mandato del sindaco Dipiazza. Manager distribuiti in diversi dipartimenti: uno nel sociale, due in cultura ed educazione, uno ai contratti, uno al personale, uno nel commercio, uno in ragioneria, uno in urbanistica e uno alla sicurezza nei luoghi di lavoro. I posti vacanti in organico sono 12, quindi a poter ambire al “posto fisso” sono in sei, proprio per effetto del limite del 50% che può essere coperto a tempo indeterminato. Almeno, questo è quanto emerso finora. Una delle voci circolate ieri voleva che, alla fine, le stabilizzazioni approvate dalla giunta fossero qualche unità in più. Non esistono tuttavia conferme in questo senso.
Ci sono invece tutti gli elementi per far infuriare i sindacati: «Il Comune ha operato una scelta politica verticistica sul personale», va all’attacco Serena Miniussi, segretaria della Cgil Fp: «Gli enti hanno vincoli di spesa per le risorse umane, per cui vale il principio della coperta corta. Noi vorremmo che prevalesse quello di assorbenza: adesso il Comune dovrebbe fronteggiare tutte le carenze di personale che rappresentiamo da anni. Ma purtroppo se compri i generali, i soldati li vai a prendere da un’altra parte: ci saranno esternalizzazioni, ovvero il contrario di quanto promesso in campagna elettorale».
Così Walter Giani della Cisl Fp: «Sì ai dirigenti ma non a insegnanti, educatori e geometri? Per coerenza l’amministrazione dovrebbe stabilizzare tutti oppure fare concorsi per tutti. Questa operazione non solo svilisce tutte quelle professionalità che, in caso di concorso, potrebbero ambire a posizioni dirigenziali. C’è anche un aspetto di incostituzionalità: l’articolo 97 della Carta dice infatti che si entra nelle pubbliche amministrazioni garantendo l’imparzialità della procedura». —
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