Postini “cancellati” dalle mail Tagliate almeno venti zone
Caro amico ti scrivo, anzi non ti scrivo più. Ti mando una e-mail, un messaggino via telefono, o diciamo piuttosto un sms col cellulare, con Blackberry, I-pod, I-phone, tablet, computer, fra un po’ qualche nuova invenzione spedirà in diretta “da testa a testa”, e senza francobollo. In questo panorama informatico fino a ieri marziano ma oggi in frenetica accelerazione chi si perde è il postino, il fedele distributore della posta “porta a porta”, sopra il quale volano anche i pacchi del crescente “e-commerce” che comunque sono poi da distribuire, ma restano ancora troppo pochi per potergli salvare il posto mentre la crisi economica fa calare tutte le spedizioni. Eccoci qui: di nuovo a una maxi-rivoluzione di Poste italiane che anche a Trieste taglierà ulteriori “zone”, un taglio che produrrà esubero di portalettere, più strada da percorrere per i superstiti in servizio, e un cambiamento complessivo per i 314 dipendenti che si occupano di smistamento e recapito della corrispondenza.
I sindacati sono in una fase di prudenza attendendo la trattativa su scala regionale. I vertici triestini di Poste italiane non desiderano esprimere parola in questo momento, per lo stesso motivo. Quiete prima della tempesta? La traccia è comunque segnata.
Mesi fa l’azienda aveva presentato una piattaforma nazionale di oltre 10 mila esuberi, a fronte di un calo d’incassi superiore al 20%. I clamorosi tagli al personale sono poi rientrati dopo il serrato confronto sindacale, sono stati ridotti a 5800, sempre tanti, e infine è stata sottoscritta la garanzia che nessun addetto a smistamento e distribuzione (i due settori colpiti) perderà il posto. Cambierà, questo sì, funzione. E forse anche sede. Ma la barriera sindacale a non creare “deportati” molto lontano dalla residenza è ferma. La contrattazione adesso è appunto rimandata a livello regionale prima di riconfluire a Roma, e prevede innanzitutto un confronto diretto coi dipendenti in sede provinciale.
Gli ultimi che non sarà possibile riassorbire avranno il pensionamento anticipato di 4 anni, con pagamento dei contributi, se età anagrafica e di lavoro lo troveranno all’appuntamento nelle giuste condizioni. Quanti saranno a Trieste? Sul “giro d’aria” restano secondo le attuali previsioni in 11 su 314 colpiti dalla ristrutturazione, di cui 21 postini sugli attuali circa 160, una parte soltanto dell’intero organico postale triestino, che in totale dà lavoro a quasi 750 persone.
Per Mirella Iacone, segretario provinciale di Cgil-Slc (sindacato lavoratori della comunicazione), «alla fine del percorso a Trieste ci saranno 11 eccedenze rispetto al piano di reinserimento in altri servizi, a chi mancano solo 4 anni alla pensione l’azienda pagherà i contributi Inps e secondo la nuova legge Fornero sul lavoro potranno accedere al prepensionamento». Il taglio di 20 zone in cui è suddivisa la provincia per la distribuzione postale dà subito il conto di una parte dei “tagli”, c’è un postino per zona.
E dove “riassorbire” chi deve cambiare di fatto funzione? Iacone: «Verranno anche rafforzate le cosiddette “scorte”, cioé i portalettere di riserva pronti a prender servizio in assenza di un collega, ce ne devono essere 11 ogni 100 titolari e oggi c’è una situazione di carenza». Altri postali saranno dirottati agli sportelli, ai servizi finanziari, a rafforzare reparti sguarniti o di nuova attivazione, oppure alla squadra detta “Team service” che fa una gestione dei dati sulla corrispondenza non solo per Trieste e la regione, ma addirittura per tutto il Nord Italia e per alcune regioni del Centro.
È composto attualmente da una novantina di persone, che realizzano anche la “videocodifica” di posta raccomandata o assicurata, un sistema per cui si crea la tracciabilità informatica della posta particolare, a disposizione su computer anche per il mittente, che può seguire passo dopo passo la strada che la sua missiva sta facendo: dove ha fatto sosta, quando è arrivata a destinazione, se è stata smistata o no, se magari è stata recapitata al destinatario, e quando.
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