Poste italiane deve liquidare 100 mila euro a una gradiscana
GORIZIA. È una battaglia che Federconsumatori porta avanti con determinazione da parecchi anni. Ed è l’ennesimo capitolo di una vicenda che vede contrapposti i risparmiatori (che hanno sottoscritto dei buoni fruttiferi) e Poste italiane. Negli anni ’80, infatti, tante persone investirono i propri risparmi in questo modo e attesero con ansia di poterli ritirare per la loro vecchiaia o per il benessere dei nipoti, salvo scoprire che le Poste avevano ridefinito i tassi di interesse, riducendo di quasi un terzo gli interessi.
Proprio nell’Isontino, nella fattispecie a Gradisca d’Isonzo, si è registrato un nuovo importante risultato ottenuto dall’associazione. Ottenere, infatti, gli interessi corretti è ora possibile anche per i buoni già incassati, degli anni 1986 (a partire dal 1° luglio), 1987, 1988 e 1989, ma è necessario muoversi in fretta poiché su di essi si avvicina il rischio della prescrizione.
«Grazie all’intervento della nostra associazione - spiega il responsabile di Federconsumatori Gorizia, Marco Valent - molte persone si sono viste riconoscere somme ben superiori a quanto liquidato da Poste italiane. Tra i risultati più recenti e eclatanti spicca il caso di una risparmiatrice di Gradisca che, avendo ereditato sette buoni fruttiferi emessi nel lontano 1987, si è vista riconoscere dall’Arbitro bancario finanziario interessi per oltre 103.000 euro netti, aggiuntivi rispetto a quanto inizialmente riconosciuto da Poste italiane».
Per la risparmiatrice in questione è stato sufficiente presentarsi agli sportelli dell’associazione con la copia fronte/retro dei buoni postali in suo possesso, ed avviare le opportune pratiche di reclamo e di ricorso. «Da segnalare è la possibilità di ottenere un riconteggio degli interessi anche se i buoni sono stati già incassati, e senza nemmeno aver trattenuto una copia del documento ma è necessario muoversi in fretta perché si avvicina il rischio della prescrizione», avverte ancora Valent.
Le pratiche si concludono normalmente nell’arco di pochi mesi, grazie a procedure arbitrali piuttosto snelle ed economiche. E, sebbene non sia mai possibile in questi casi garantire in anticipo il buon esito di ogni procedura, l’esperienza accumulata in questi anni permette di stimare con precisione, alla vista dei buoni, le probabilità di successo nonché gli esatti importi ottenibili a beneficio dei titolari.
Altre tre storie a lieto fine del tutto simili portano in provincia di Udine dove il caso più eclatante è stato quello di una associata titolare di quattro buoni postali ordinari Serie Q/P da 5.000.000 lire, emessi nel 1988. L’anziana signora, dopo essersi rivolta agli sportelli Federconsumatori, si è vista riconoscere l’esorbitante importo di 195 mila euro netti in aggiunta a quanto già previsto da Poste, ottenendo di fatto quasi il triplo di quanto inizialmente le veniva prospettato dall’Istituto.
Un ulteriore caso è quello di un consumatore udinese, titolare di una decina di buoni postali emessi tra il 1986 e il 1988. Si è visto liquidare oltre 104 mila euro rispetto a quanto inizialmente incassato. —
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