Posta in ritardo, l’azienda tratta con i 92 sindaci: «Dialogo costante con i Comuni»

L’incontro fra i primi cittadini e il vicedirettore della spa: «Ogni azione in campo, impegnati a garantire qualità»

TRIESTE. Maggiori investimenti a partire dalle risorse umane, un maggiore monitoraggio della qualità del servizio. E, se necessario, lo studio di un "modello autonomo" per la posta in Friuli Venezia Giulia. I sindaci regionali hanno incalzato ieri con queste richieste il vidirettore di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, arrivato nella sede di Unidustria di Pordenone per un incontro chiarificatore dopo la levata di scudi di queste ultime settimane contro i i disservizi nel recapito della corrispondenza sul territorio regionale.

Una levata di scudi che aveva prodotto una lettera aperta di 92 amministratori locali di tutte e quattro le province - capoluoghi compresi - con tanto di "benedizione" dell'Anci: ieri ne erano presenti una quarantina. Troppi i disagi segnalati «conseguenti alla riorganizzazione del servizio di recapito postale, che da giornaliero dovrebbe essere diventato a giornate alterne» ma in realtà si è trasformato «in un vero e proprio calvario per gli utenti, con ritardi di due, anche tre settimane e relativi disagi», afferma il primo firmatario della missiva, il sindaco di Valvasone Arzene, Markus Maurmair.

All'iniziativa dei sindaci - in prima fila quelli dei Comuni piccoli e montani - si è aggiunta quella popolare, come una petizione per la mancata consegna di corrispondenza sull'altipiano triestino, «senza contare le segnalazioni degli imprenditori, anch'essi danneggiati».

A Lasco i sindaci hanno chiesto ieri l'attuazione di piani aziendali che dovrebbero portare a migliorare l'accessibilità degli uffici postali, la sistemazione di sportelli Atm/Bancomat e l'avvio di «uffici più efficaci» per la consegna delle raccomandate inevase. Ma hanno anche proposto «di concordare forme peculiari, anche in via sperimentale, di coordinamento tra gli amministratori e Poste Italiane: un tavolo che porti a migliorare e verificare la puntualità del recapito della corrispondenza con frequenze coerenti con ciò che prevede la legge».

«Siamo soddisfatti dell’incontro avuto con le istituzioni del Friuli Venezia Giulia - ha sottolineato Lasco - e crediamo di avere dato un segnale di vicinanza alle comunità, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni: ribadiamo la disponibilità a mantenere un dialogo costante». Il vicedirettore di Poste Italiane ha ribadito che l'azienda «ha messo in campo tutte le azioni necessarie per continuare a garantire e a migliorare lo standard del servizio, con un nuovo piano di investimenti per la infrastruttura logistica in Fvg che comprende nuovi centri di recapito, rinnovo del parco mezzi, dispositivi tecnologici».

Quanto all'organico, sono state ricordate le circa 130 assunzioni di portalettere fatte nel 2019; e i 55 inserimenti negli uffici postali nello stesso periodo, con ulteriori 18 dall’inizio del 2020. Nelle cifre fornite da Poste Italiane, in regione sono state realizzate durante il 2019 «più di 500 azioni a favore dei piccoli comuni»: 24 nuovi Atm Postamat di ultima generazione, wi-fi gratuito in 163 uffici, 183 installazioni di nuovi sistemi di videosorveglianza, 14 interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche, 121 interventi di rifacimento di cassette postali e l’installazione di cassette smart: «Anche in centri minuscoli, nonostante la contrazione significativa della corrispondenza che vede l'Italia fanalino di coda nel vecchio continente (-10% all’anno). Eppure con quasi 13 mila uffici postali siamo fra i primi in Europa per densità di presenza sul territorio».

Al termine del confronto Maurmair, a nome dei sindaci, promette di non abbassare la guardia: «Quando si dialoga è sempre positivo: siamo disposti a dare fiducia e credito alle rassicurazioni dei vertici di Poste Italiane. Ma ora - avverte - ci attendiamo risultati concreti». Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, che parla anche in qualità di componente di ComPa Anci: «Doveroso sostenere le istanze dei piccoli Comuni - afferma - anche se i disagi possono riguardare pure i capoluoghi: la chiusura di un ufficio postale in un rione di Trieste o Udine può avere lo stesso impatto. A Poste Italiane è giusto chiedere di mantenere e ove possibile incrementare una presenza capillare. E un servizio puntuale nella consegna della corrispondenza». —


 

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