Positivo al Cpr di Gradisca, in quarantena gli agenti

Il nigeriano era arrivato nell’Isontino dal carcere di Cremona. Il questore Gropuzzo l’ha fatto isolare e chiesto il tampone
Uno scorcio del muro che circonda la struttura di Gradisca d’Isonzo
Uno scorcio del muro che circonda la struttura di Gradisca d’Isonzo

GRADISCA È un giovane di nazionalità nigeriana l’ospite del Cpr di Gradisca risultato positivo al contagio da Covid-19 e posto precauzionalmente in totale isolamento, sin dal suo arrivo, nella struttura di detenzione per migranti in attesa di rimpatrio, avvenuto otto giorni fa. Secondo la Prefettura di Gorizia è asintomatico. Iniziano a filtrare maggiori particolari su una vicenda che ha preoccupato non soltanto la cittadina isontina – in testa la prima cittadina Linda Tomasinsig – ma anche la stessa realtà del Cpr, composta non soltanto da una cinquantina di stranieri ma anche dagli operatori della coop padovana Edeco e delle forze dell’ordine, che si alternano nella vigilanza alla struttura.



La Questura conferma le parole del prefetto di Gorizia, Massimo Marchesiello, secondo cui il cittadino nigeriano positivo al contagio da Coronavirus non ha avuto contatti né con il personale né con gli altri “ospiti” dal 19 marzo, data del suo trasferimento dalla Lombardia. E neppure con un legale, dal momento che ha spontaneamente rinunciato a presenziare all’udienza di convalida del fermo. Gli unici contatti vi sono stati con due agenti della Questura di Cremona, che hanno accompagnato l’uomo all’ex caserma Polonio, e altrettanti colleghi goriziani che l’hanno brevemente “preso in consegna” al Cpr. Va da sé, con tutte le precauzioni del caso: guanti e mascherine. Per tutti gli agenti è comunque scattata, da prassi sanitaria, la quarantena preventiva. La domanda che in queste ore sta facendo discutere è come mai in piena emergenza Covid-19 sia stato necessario un trasferimento dalla Lombardia, epicentro del contagio, alla struttura di Gradisca. Ebbene, a quanto si apprende il nigeriano – che a Cremona viveva in una comunità di connazionali – nelle giornate precedenti il 19 marzo è stato protagonista di alcune condotte illecite che l’hanno condotto in carcere per qualche giorno. Terminata la detenzione, la posizione dell’immigrato è stata bollata come irregolare e dunque passibile di espulsione o rimpatrio, in attesa del quale provvedimento (che in questo momento di emergenza non può essere effettuato) scatta la detenzione amministrativa in un Cpr. La “migliore opzione”, fra le strutture attualmente operative, è risultata essere quella di Gradisca. È stato il Questore di Gorizia, Paolo Gropuzzo, a pretendere che l’ospite – vista la provenienza da una delle “zone rosse” dell’epidemia Covid – fosse immediatamente sottoposto a tampone. «Sono state prese tutte le precauzioni del caso» ha ribadito anche ieri Gropuzzo. La Questura ha comunicato la positività del test non solo ai colleghi lombardi, ma anche alla casa circondariale di Cremona, dove l’uomo ha trascorso alcune notti prima dell’arrivo a Gradisca. —

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