Portopiccolo sul principe: «C’è tempo per accordarsi»
«Per noi tutti i clienti sono principi, quando vengono nella nostra struttura. Alberto II di Monaco lo sarebbe a maggior ragione, visto che lo è anche nella vita». Francesca Picciafuochi, responsabile delle comunicazioni esterne di Portopiccolo, replica così alle accuse piovute nei giorni scorsi sulla società che gestisce il borgo marinaro di Sistiana. Il resort cinque stelle di Portopiccolo avrebbe presentato un’offerta troppo salata alla casa regnante del Principato, intenzionata a soggiornare a Trieste in occasione della partita di calcio benefica che verrà disputata a Capodistria in luglio. «Abbiamo semplicemente risposto alle richieste di un intermediario, che ci ha presentato la possibilità di avere ospiti il principe Alberto II con il suo seguito. Siamo a cinque mesi dall’evento – aggiunge Picciafuochi – e c’è tutto il tempo per limare le distanze fra domanda e offerta. Del resto – sottolinea – non credo che Alberto II vada in giro a chiedere sconti per individuare l’albergo che gli fa l’offerta più bassa. A riprova di questo, posso confermare che l’intermediario ci ha ringraziato per l’offerta. Per quanto ci riguarda aspettiamo una risposta».
Nella vicenda ha avuto un ruolo anche l’assessore Maurizio Bucci, che aveva rimarcato l’opportunità di avere ospite a Trieste un sovrano come Alberto II. «Darebbe lustro alla città – spiega – e ripeto quanto già detto qualche giorno fa. L’importante è avere ospiti di questo tipo. Oltre a questo però – ci tiene a evidenziare – il mio compito di pubblico amministratore non va. Mai e poi mai mi permetterei di entrare in una trattativa di natura commerciale. L’essenziale è riuscire ad avere Alberto II e la partita a Trieste ed evitare che la Slovenia ce li porti via. Credo che Portopiccolo sia in assoluto la miglior scelta come location. Poi sono gli imprenditori gli attori dal punto di vista economico».
C’è infine l’aspetto legato alla sicurezza. «Portopiccolo può offrire tutto ciò che serve su questo fronte – riprende Picciafuochi – e credo che anche per quanto riguarda il rispetto dei codici di comportamento che in questi casi entrano in vigore, la nostra struttura non abbia nulla da invidiare ad altri». (u. s.)
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