«Portopiccolo, l’altra Montecarlo»
Avrà ristoranti sul mare, di cui un gourmet compreso nell’hotel 5 stelle, una Spa sconfinata da 15mila metri quadrati che promette il top della talassoterapia d’Italia e d’Europa, e negozi d’alta moda affacciati sul marina per yacht, sulla spiaggia e il Club House. Non sognatevi neanche, però, di chiamarla Porto Cervo 2. A sentire il paragone il suo papà - il neoamministratore delegato di Portopiccolo Massimo Suppancig, manager e imprenditore del lusso e del made in Italy tornato nella sua Trieste dopo 30 anni di carriera in giro per il mondo proprio per la scommessa di Sistiana - sorride e scuote la testa. Anzi, rilancia: chiamatela semmai la Montecarlo del Nordest, della Mitteleuropa. E sarà la faccia, finora inedita, sconosciuta, della Portopiccolo da vivere, che va al di là di quella immobiliare già presentata e venduta.
Sarà inaugurata a giugno, a piccoli passi: si comincerà dalla spiaggia, dal ristorante di pesce, su un terrapieno a penisola proiettato fin dentro lo specchio d’acqua, e poi via via si taglieranno i nastri di negozi e punti ristoro, per arrivare infine, tra febbraio e marzo 2015, all’apertura di albergo luxury da 60 camere e Spa. Investimento: «Un centinaio di milioni». Prospettive occupazionali: «Più di 200 posti di lavoro». Visitatori attesi: «Tra gli 800mila e il milione l’anno». E la sfida di essere un volano mica solo per Sistiana e dintorni, ma per Trieste tutta. E anche di più. Un esempio? Maxischermi digitali sopra la piazza centrale per promuovere il territorio e i tour tra le sue specialità più speciali, organizzati da una società ad hoc: dal giro delle osmizze alla cavalcata a Lipizza, dalla visita alle foci del Timavo a quella del nostro capoluogo, dal volo in elicottero per andare a sciare in Alto Friuli alla pesca delle vongole in lancia a Marano. Senza contare che al gourmet l’obiettivo è anche quello di costruire per la cucina triestina un nome «da esportare all’estero».
Porto Cervo no e Montecarlo sì, insomma. Immodestia? O è l’alba di un nuovo giorno riservato a una striminzita élite di straricchi? Né una né l’altra, giura Suppancig, che profetizza: nei bar di Portopiccolo, piuttosto che in pizzeria o nei mini-market tematici, caffè, margherita e pane costeranno come altrove, e per entrare nella nuova cittadella turistica mica servirà esibire la carta di credito indorata. Certo l’accesso ad alcuni servizi - dal ristorante stellato alla Spa stessa - costerà quel che costerà, nella misura in cui darà, in questo caso una qualità che vuol essere, stringi stringi, estrema. «L’élite oggi non esiste più - osserva Suppancig - e il paragone con Montecarlo ci sta solo per rendere bene l’idea che Portopiccolo sarà un posto da vivere 365 giorni l’anno, e non due mesi d’estate. Qui le situazioni si mischieranno, si potrà venire a mangiare in pizzeria per 15 euro come al gourmet per 200. Nei punti vendita alimentari, per dirne una, i prezzi saranno gli stessi che in centro a Trieste. Poi è chiaro che una selezione naturale ci sarà. Sarà un luogo d’incontro di gente evoluta, che vorrà fare un certo di tipo d’esperienza, che cerca natura e cultura. Un posto d’élite no, però. Di livello sì. Mi piace di più. Oggi, d’altronde, in questi mercati, o fai le cose di alto livello o è meglio che non le fai proprio».
Questa nuova cittadella, a conforto di ciò che sostiene Suppancig quando respinge l’immagine di una Portopiccolo per soli ricchi, avrà due vie tematiche. Mica solo quella dello shopping con le migliori firme. Ci sarà pure, e soprattutto, gli verrebbe da dire, la «via dei sapori», parallela all’altra, dove si annunciano «il forno del pane a vista, la pasticceria in stile asburgico, la gastronomia con le tipicità triestine, l’ortofrutta in pietra, il food delle spremute fresche fatte davanti ai propri occhi».
@PierRaub
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