Portopiccolo aggiunge il centro congressi

No a una Baia “immacolata”, sì al marketing oltre confini, zero arroganza e grande attenzione ai dettagli. Così si ridisegna il futuro di Portopiccolo, che «puzza ancora di nuovo e va un po' sporcato». Il lusso? «È solo questione di semplicità». Lo dice Marco Milocco, il nuovo direttore del complesso residenziale-turistico Portopiccolo: «La schiettezza ce l'ho nel Dna e sta nelle mie origini di Gonars». La caratteristica non l'ha evidentemente persa, anche se il 40ennale lavoro nelle catene alberghiere da 4 stelle in su lo ha portato lontano dal Friuli Venezia Giulia e gli ha regalato l'accento dei fiorentini con frequentazioni internazionali. Dunque Portopiccolo archivia l'era Suppancig, puntando tutto su Milocco.
È vero che de Eccher l'ha convinta dopo averla invitata qui?
“Sì, ho fatto difficoltà ad arrivarci, perché manca la segnaletica per Portopiccolo, ma quando sono sceso dall'auto mi sono letteralmente attaccato alla rete: davanti a un tale scenario ho pensato “Devo dire di sì”. Definirlo bello è poco e il sito Web non gli rende merito, ma ci stiamo lavorando”.
E su cos'altro ancora?
“Ciò su cui si farà fatica, e presumo sia uno dei motivi per i quali sono qui, è la destinazione: perché Trieste la conosce il mondo, Aquileia qualcuno, Grado in pochi, Lignano ha target diverso, Venezia inutile dirlo e Sistiana? Bè, io non vedo perché non si possa pensare alla baia, senza essere presuntuosi, come a una Portofino anni '60. La stoffa c'è. Marco e Claudio de Eccher c'hanno messo l'anima e la stanno promuovendo molto all'estero: Austria, Germania, Svizzera, i Paesi emergenti e l'ex Est, perché il focus point, qui, è l'essere mitteleuropei. Si respira quell'Europa che non respiri più a Roma e mai hai visto a Firenze”.
Di quanti alberghi si è occupato?
“Questo è il numero 13. Mi sono trovato in paese un piccolo appartamento, un buco, per essere vicino a Portopiccolo: non dico che si lavora h24 ma quasi. Noi del settore non pensiamo a queste strutture come ad alberghi ma a case. E Portopiccolo ha il bello di essere una casa che “puzza” ancora di nuovo: bisogna che invecchi, si sporchi un po'... l'idea, quando stenderemo il business plan, è di creare la destinazione”.
Come si fa?
“È un lavoro complesso ma avvincente. Innanzitutto si parte da una struttura e dalle motivazioni per le quali decidi di recarcisi. Bisogna stuzzicare la fantasia. Ho avuto la fortuna di dirigere il più famoso albergo al mondo, il Danieli a Venezia, e spesso mi sono chiesto perché uno dovrebbe spendere migliaia di euro per una notte lì, confrontandomi con personaggi dell'opinione pubblica”.
E la risposta?
“Per realizzare un sogno. C'è chi investe un miliardo per un quadro e chi migliaia di euro per una suite. Tutto parte da lì: creare il sogno. Poi ci sono gli optional: il fitness, le piccole Spa, e a proposito ne ho visto di orrende in giro, mentre la nostra sarà davvero “wow”, anzi forse ancora non si sa che saranno due”.
Cioè?
“La spa “grande”, vicino al Beach Club Maxi's, e poi la Medical spa nell'area dell'albergo, con annessi servizi di thermarium e saune; 400 mq di altissima qualità, separati dall'hotel, con ingressi autonomi e la possibilità di inserire uno studio dentistico e una sala operatoria per la microchirurgia estetica, come lifting e cose del genere... Il vantaggio, per tali attività, è che non sei, come dicono gli americani, in the middle of nowhere, ma hai una città bellissima a 10 minuti d'auto e aeroporti che funzionano in un raggio massimo di un'ora. Mentre se sbarchi al “Narita” di Tokyo ti trovi in centro appena dopo 2 ore. E poi a Sistiana c'è una stagione, come a Portofino. Hai la bora ma in Sardegna c'è la tramontana e può durare settimane. È vero, lì l'acqua ha colori impressionanti, però alle spalle non c'è nulla, vuoi mettere con questo entroterra meraviglioso?”.
Parliamo di tempistiche...
“A giugno apriamo l'albergo, che cambia nome e diventa il “Falisia” (falesia in latino, ndr), con le prime 40 tra camere e suite e la medical spa; nel frattempo continuiamo a lavorare per l'apertura completa con 75 chiavi, entro ottobre. Sul versante della spa “grande” altra novità: diversamente dai progetti, c'è anche un centro congressi oltre all'area wellness, di non più di 9mila mq ma grande la metà. Ciò ci consentirà di allungare la stagione tradizionale”.
Numeri?
“Capienza non inferiore a 300 persone: una dimensione medio-alta. Sarà molto carino perché una parte del polo congressi, il coffee break, darà sul mare”.
Eventi?
“Ci stiamo pensando, sono appena al 18° giorno di scuola in Baia! Però mi creda: in questi 40 anni ho capitalizzato un po' di amicizie importanti, che non mi dispiacerebbe vedere qui”.
C'è qualcosa che non ha condiviso del precedente management?
“Non mi piace criticare. Se proprio devo rispondere, su alcune scelte avrei fatto diversamente, come il Centro produzioni per la ristorazione: meglio più piccolo”.
Ma con De Eccher c'è in ballo un contratto a tempo?
“No, io qui spero di andarci in pensione”.
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