“Portolido” già in vendita Il ministero cede le quote

Il marina e centro wellness previsto da 9 anni sul Molo Fratelli Bandiera Il privato dovrà poi bandire la gara per i lavori. Invitalia: «Procedura normale»
Di Silvio Maranzana
Foto BRUNI TRieste 20 07 2011 Trieste veduta aerea- la lanterna
Foto BRUNI TRieste 20 07 2011 Trieste veduta aerea- la lanterna

Il Ministero dello sviluppo economico vende la società costituita per costruire Portolido, il marina di prestigio con alcune strutture aperte anche alla cittadinanza previsto in testa al Molo Fratelli Bandiera e di cui si favoleggia dal lontano 2005. Il progetto è di Italia Navigando, società che fa parte degli incubatori di Invitalia, emanazione del Ministero dello sviluppo economico. Per realizzare Portolido, Italia Navigando ha costituito la società Trieste Navigando, di sua totale proprietà, e il 30 aprile scorso, cioé quasi un anno fa, il Comitato portuale all’unanimità ha approvato a questa newco l’allungamento della concessione da 30 a 40 anni (con canone annuale fissato in 61mila 568,61 euro) di fronte alla presentazione di un piano con un investimento preventivato non più di 11, bensì di 15 milioni di euro. In realtà questi soldi non li metterà il ministero perché qualche settimana fa Italia Navigando ha annunciato l’intenzione di vendere il 100% delle quote di Trieste Navigando. A questo scopo ha pubblicato un avviso con l’intenzione di individuare uno o più soggetti interessati all’acquisizione delle quote. «La selezione del vincitore della gara - si legge nell’”invito” - avverrà sulla base del miglior prezzo offerto per l’acquisto dell’intera quota posta in vendita.»

«È confermato che a inizio 2014 partiremo con i lavori», aveva affermato lo scorso settembre Gualtiero Provasoli, l’amministratore delegato di Italia Navigando dalla cui sede avevano anche specificato: «A giorni avremo l’ultimo via libera dell’Authority in base ai progetti esecutivi, poi bandiremo il concorso europeo per la realizzazione dell’opera e all’inzio del 2014 aprirà il cantiere.» Niente di tutto questo è avvenuto, se non l’annuncio della vendita della società. Irreperibile ieri Provasoli, in visita a cantieri in Calabria, dall’ufficio stampa di Invitalia hanno specificato: «Nessuna anomalìa, è la procedura normale, la mission di Italia Navigando è infatti quella di sviluppare progetti. Il termine per le manifestazioni di interesse è scaduto, alcune sono arrivate, ma manteniamo il riserbo fino a fine marzo allorché contiamo di concludere la procedura». Il progetto è ambizioso e lussuoso: 117 posti per imbarcazioni e yacht tra i 10 e i 50 metri con sede del circolo, foresteria, magazzini per il rimessaggio, veleria artigianale e poi un’area wellness pubblica con minipiscina, bar-ristorante, negozi per la nautica, parcheggio per 150 stalli e distributore di carburante per natanti. Tutto questo, solo sulla carta. «Non credo vi sia stato nemmeno alcun sopralluogo recente da parte di Italia Navigando - afferma Pierpaolo Scubini, presidente della Lega Navale che ha le proprie strutture sull’area adiacente - da mesi tento invano di incontrare Provasoli per proporgli una nostra gestione del nuovo complesso in comodato d’uso, ma se si tratta di comprare la società e poi di fare l’investimento non ne abbiamo certamente i mezzi finanziari e a livello locale credo nessuno possa assumersi un onere del genere». Contro Portolido c’è già stata una levata di scudi da parte dei marina locali. «Italia Navigando - aveva affermato Roberto Sponza, direttore di Porto San Rocco - è un carrozzone che fa concorrenza ai privati con soldi pubblici». Forse non è nemmeno così, di certo il via degli ipotetici lavori è ancora procrastinato e secondo gli osservatori più critici stavolta il progetto rischia di inabbissarsi definitivamente».

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