Porto, yacht e turismo A Trieste il mare torna a creare occupazione

Dati incoraggianti al convegno della Cna al Savoia «Il territorio è ancora ricco di competenze e saperi»
Di Silvio Maranzana
Lasorte Trieste 06/02/17 - Savoia. Conferenza CNA sul Porto
Lasorte Trieste 06/02/17 - Savoia. Conferenza CNA sul Porto

Le 225 nuove assunzioni in porto in due anni, la nicchia del refitting dei megayacht che ha in Trieste un polo di rilievo europeo, il turismo crocieristico che cresce, la prospettiva della realizzazione del grande acquario e soprattutto della riconversione del Porto vecchio: il mare è tornato a essere a Trieste il motore che tutto muove. Ne sono convinti i principali intervenuti al convegno “L’economia del mare. Vecchi e nuovi mestieri” svoltosi ieri all’hotel Savoia Excelsior e cioè il presidente dell’Autorità di sistema portuale Zeno D’Agostino, l’attuale sindaco Roberto Dipiazza e l’ex primo cittadino Roberto Cosolini. «La città è ancora ricca di competenze e saperi in questo campo», ha potuto concludere Giancarlo Carena presidente di Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), l’associazione che ha organizzato l’evento anche questo svoltosi dinanzi a un folto pubblico.

I saperi in realtà sono stati anche aggiornati o addirittura reinventati e lo hanno dimostrato i primi tre relatori. Dall’officina navale di Marino Quaiat e lo ha spiegato lui stesso, dapprima è nato il Polo nautico sul Canale navigabile e poi Trieste refitting system che comprende anche Cartubi, Ocean, Meccano, Zinelli e Perizzi. «Nel 1998 vi lavoravano dieci persone - ha spiegato Quaiat - adesso siamo in 60, ma possiamo crescere ancora perché dei 7.300 megayacht che navigano nel mondo, la metà sono di stanza nel Mediterraneo e ora siamo in grado di fare concorrenza ai cantieri tedeschi, olandesi, francesi e spagnoli, oltre a quelli del Tirreno. Per la città si possono prospettare ricadute in molti settori: pensiamo solo al food&beverage dato che questi megayacht hanno cambuse con migliaia di bottiglie. Ma noi stessi - ha concluso - avremmo bisogno di manodopera specializzata».

Su qualche versante la città, dove del resto ha sede l’unica compagnia italia di trasporto container, Italia Marittima, si è già attrezzata. «La formazione è a livelli di eccellenza», ha potuto dire Bruno Zvech, direttore generale dell’Accademia nautica dell’Adriatico, scuola post Nautico un istituto che solo qualche anno fa sembra avviato all’estinzione. «Per il 70% i cadetti e le cadette (una folta rappresentanza era presente al convegno) provengono da fuori Trieste. La città sta tornando a internazionalizzarsi, il segreto del suo sviluppo ai tempi di Maria Teresa». Molti saranno gli eventi dedicati al trecentesimo anniversario della nascita della sovrana austriaca. Lo ha annunciato Umberto Malusà, presidente del Consorzio Promotrieste affermando che «promuoveremo Trieste, museo a cielo aperto, come città di Maria Teresa». L’obiettivo è anche di prolungare in città la presenza del turista che in media si attesta su un giorno e mezzo soltanto. Due sono gli asset sui quali insistere: Trieste città di contaminazioni culturali (si pensi ad esempio alle tante chiese di culti diversi) e Trieste come città del mare. A proposito di quest’ultima accezione, Malusà ha precisato che «per esempio stiamo pensando a un percorso turistico di visita a una serie di antiche imbarcazioni locali».

Nel successivo dibattito, moderato dal docente Paolo Feltrin, Zeno D’Agostino è entrato nel cuore del problema ricordando che «in due anni abbiamo creato in porto 225 posti di lavoro veri, cioé a tempo indeterminato. Non ci interessa - ha affermato - movimentare qualche contenitore in più, ma portare a casa il maggior valore possibile da ogni unità di traffico. Aspiriamo in sostanze a creare dai contenitori attività manifatturiera e industria». E Roberto Cosolini ha sostenuto che «Trieste è oggi riconosciuta non soltanto come la capitale del Friuli Venezia Giulia, ma anche dell’area costiera che arriva fino a Pola e di una porzione di territorio che si protende in Europa perché è riconosciuta la sua capacità di offrire servizi avanzati». Il salto di qualità definitivo però lo si avrà soltanto con la rivitalizzazione del Porto vecchio. «La prossima settimana - ha annunciato Dipiazza - firmeremo la convenzione per l’utilizzo dei primi 50 milioni. Ma stiamo già lavorando sul progetto per la viabilità con il viale, due rotonde e il grande ingresso accanto alla Stazione ferroviaria. A fine anno contiano di aprire il cantiere. Ma oltre al Porto vecchio ci sono il Porto nuovo e il turismo che ci stanno dando soddisfazioni - ha concluso il sindaco - togliamoci di dosso la negatività perché non ha più ragione di esistere».

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