Porto Vecchio di Trieste, il piano di recupero parte con l’hangar 117

Via libera al progetto di fattibilità per il nuovo Centro per l’impiego all’Ex Demanio

Intervento da 3,3 milioni in tre anni: sarà tra i primi edifici a rinascere nell’area

Francesco Codagnone
La vista dal drone sopra i magazzini. Fotoservizio Francesco Bruni
La vista dal drone sopra i magazzini. Fotoservizio Francesco Bruni

Tra i primi magazzini del Porto Vecchio – Vivo a tornare a nuova vita ci sarà il 117, la palazzina a due piani che accoglie all’ingresso dello scalo da varco Città di Santos, lungo la fila più interna di edifici tra l’ex locanda e l’officina Tripmare. Entro tre anni l’edificio, prima sede dell’amministrazione portuale, verrà ristrutturato e trasformato nel nuovo Centro per l’impiego della Regione, che il Comune realizzerà a fronte di un’importate riqualificazione da 3, 3 milioni.

L’ACCORDO CON LA REGIONE

Il 117 rientra nel pacchetto di fabbricati individuati nell’Accordo di programma firmato da Comune, Regione, Autorità portuale e Consorzio Ursus nel novembre 2022. Il patto prevedeva l’alienazione dei magazzini 7 e 10, dell’hangar 21 e dell’edificio 118, dove l’ente regionale trasferirà i propri uffici con un intervento complessivo stimato in 160 milioni di euro, di cui 9,8 per le alienazioni. Il Comune incamerava quindi altri 10,5 milioni, trasferiti come contributo per l’urbanizzazione dell’area e per la realizzazione del Centro per l’impiego nel 117. L’amministrazione comunale ne manterrà la proprietà ancora per tre anni, riqualificandolo a fronte di un investimento di 3,3 milioni (2,2 milioni solo di edilizia), per poi cederlo alla Regione.

APPROVATO IL PROGETTO DI FATTIBILITA’

Il progetto di fattibilità tecnico economica è stato approvato dalla giunta comunale nella seduta del 30 dicembre scorso su delibera dell’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi, recependo le prescrizioni della Soprintendenza e l’esito favorevole della Conferenza dei servizi. «Si tratta di un ulteriore, importante tassello per la rigenerazione urbana del Porto Vecchio», sottolinea Lodi.

L’ITER: ESECUTIVO, GARA E LAVORI

Rup incaricata è la dirigente comunale all’Edilizia pubblica Barbara Gentilini. Progetto e documento di indirizzo portano la firma dell’ingegner Enrico Beltrame, titolare dell’udinese Serteco. In passato l’impresa si era già occupata del 117 quando, anni fa, si profilò la possibilità di destinare l’edificio a centro di formazione per il personale municipale, ipotesi poi accantonata in assenza di fondi. Approvato il progetto di fattibilità, l’iter può ora procedere: il prossimo passaggio prevede la stesura del progetto esecutivo, quindi l’indizione della gara. Tra procedura e cantieri, il Centro sarà operativo entro tre anni, in linea con i piani della Regione.

LA STRUTTURA E LA SUA STORIA

L’operazione punterà così ad ammodernare l’antico magazzino, realizzato ai primi del XIX secolo in asse con il Molo III e la Direzione portuale. In origine edificato solo nella sua struttura centrale, con uno schema a “U” rivolto verso il mare, il palazzo si compone oggi di un corpo rettangolare principale a due piani e due ali laterali, sviluppate su un unico piano, per un totale di circa mille metri quadrati. Il portone principale presenta ancora la pensilina d’ingresso.

ANNI RECENTI: LA PICCOLA AMMINISTRAZIONE

Noto anche come “Ex Demanio” o “Piccola amministrazione”, il fabbricato 117 fu tra i primi magazzini utilizzati per le moderne necessità del Porto Nuovo, già sede di uffici e attività amministrative dell’Authority. In tempi più recenti, l’hangar ospitò anche la segreteria di Marina Monassi, prima del trasferimento alla Torre del Lloyd, e l’Istituto di cultura marittima portuale.

L’INTERVENTO DI RECUPERO

L’edificio versa ormai in stato di abbandono. L’intervento consisterà quindi in un restauro conservativo delle decorazioni vincolate dalle Belle arti, a partire dal parquet a spina di pesce, presente negli uffici al pianoterra. Il rinforzo di pareti e solai punterà quindi a conservare elementi originari come piastrelle e stucchi. Particolare attenzione dovrà essere riservata alle ringhiere e alle finestre, di pregio storico, binate e dotate di cornice in pietra. A livello strutturale si procederà a rinforzare e mettere in sicurezza l’intero palazzo, rendendolo antisismico, e con la bonifica della cisterna da 15 metri cubi di gasolio, presente all’esterno del magazzino. Tutto l’edificio verrà dotato di impiantistica nuova (illuminazione, rete idrico-sanitaria, climatizzazione, trasmissione dati). Non verrà realizzato l’impianto fotovoltaico sul tetto, accantonato alla luce delle prescrizioni della Soprintendenza.

IL FUTURO CENTRO PER L’IMPIEGO

Il magazzino così ristrutturato diventerà infine sede delle attività attualmente ospitate in scala dei Cappuccini, tra via Pondares e via Capitolina. Cosa troveranno in Porto Vecchio i triestini che per allora si recheranno nel futuro Centro per l’impiego? Fra tre anni l’unico altro edificio già ristrutturato sarà il magazzino 26, che ospiterà il Museo del Mare, e tutte le aree esterne saranno già pronte: il viale monumentale, il parco lineare e la cittadella sportiva al Terrapieno di Barcola. In parallelo diventeranno operativi anche i nuovi uffici della Regione, che completeranno così il comprensorio inaugurato dal 117. A seguire, premesso che la procedura pubblica è ancora in corso, è quindi prevista la chiusura dei primi cantieri del project financing di Costim. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo