Porto Vecchio, resta vuoto il Magazzino 26

Né mostre né eventi. Il sindaco Cosolini: «Non ci sono soldi ed è troppo distante dal centro città». Anche l’Icgeb ha rinunciato
Foto BRUNI TRieste 03 07 2011 Biennale Trieste FVG inaugurazione
Foto BRUNI TRieste 03 07 2011 Biennale Trieste FVG inaugurazione

Il varco in Porto vecchio che potrebbe restare aperto anche nel 2013 nella parte che conduce al Magazzino 26 (una strada male asfaltata e piena di buche, con rotaie sulla carreggiata e erbacce sui bordi) rischia di diventare una via verso il nulla (o per parcheggi abusivi). Non entrerà negli enormi spazi del Magazzino 26 la Biblioteca civica, perché il sindaco vuole garanzie di lunga durata sull’abolizione delle dogane e perché non è stato agevolato coi canoni di affitto. Non è entrata la fiera perché la proposta-progetto della Camera di commercio è stata giudicata troppo costosa negli allestimenti comunque di natura temporanea. Non ci entrano le scuole superiori (come aveva chiesto la Provincia) perché servirebbe un’impiantistica altrettanto costosa. Da ultimo, non ci entreranno mostre perché l’ottica del Comune nel frattempo è diametralmente cambiata. Non ci entrano istituti scientifici. E risulta impossibile capire dai concessionari che cosa intendono fare di quel Magazzino che ospitò, tra mille bolle di entusiasmo, la Biennale diffusa di Vittorio Sgarbi. Un magazzino da 37 mila metri quadrati restaurato al bel prezzo di 40 miliardi di lire proprio dai concessionari di oggi, Rizzani-De Eccher.

Cosolini si disallinea dalle proprie speranze non solo in merito al salvataggio della Biblioteca civica. «Ho verificato - afferma il sindaco - che una mostra non può restare isolata da un contesto urbano, il suo successo è strettamente collegato a una “location” cittadina. Il Magazzino 26 si è dimostrato un luogo distante, distanza che sarà colmata solo con l’attuazione dei progetti, con gli investimenti promessi per tutta l’area di Porto vecchio». La mostra sul popolare Nereo Rocco? Solo 8000 visitatori. Non pochi: pochissimi.

Appena pochi mesi fa era quasi certa una mostra dall’Ermitage, che con Villaggio Globale international, la società-ponte col museo di San Pietroburgo per le mostre da esportazione, avrebbe portato proprio al Magazzino 26 bandiere, strumenti di navigazione, uniformi d’epoca e modelli di navi, vedute della città e ritratti degli zar. Prevista in questi giorni d’autunno, spostata all’aprile 2013, è finita fuori dall’orizzonte. Maurizio Cecconi, amministratore delegato di Villaggio globale, non rivela gli accordi: «Io sono solo l’organizzatore». Cosolini conferma il tramonto dell’idea: «Il progetto dell’Ermitage è bloccato, sono intervenute drammatiche emergenze di bilancio, dobbiamo stare molto attenti alle spese e dare continuità a progetti già avviati (“Next”, per esempio). Il solo trasporto dei pezzi ci sarebbe costato oltre 100 mila euro».

Sfumata, di nuovo a causa del Punto franco, anche la possibilità che nel Magazzino si insediassero i laboratori del Centro di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb). Dice il direttore Mauro Giacca: «Idea rimasta congelata, col Punto franco non è chiaro lo sviluppo del Porto vecchio. È il presupposto a monte da risolvere. Con Portocittà ho continuato a dialogare, ma non di questo: tutto è in aria. Fa proprio ridere - dice ironicamente Giacca -, in un posto simile potrebbero entrare Comune, scienza e fiere, e invece niente. Situazione tipicamente triestina...».

Non parlano i concessionari. Enrico Maltauro non è raggiungibile, il direttore immobilare Luca Fantin non si fa trovare, il direttore sviluppo Corrado De Francisco dice di essere «occupato fuori Trieste e non in grado di rilasciare interviste o dichiarazioni», e il costruttore Claudio De Eccher è ancora più esplicito: «Non so proprio che dire, non mi occupo molto di Portocittà, sono molto impegnato coi miei progetti all’estero».

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